“Senza una svolta, che riteniamo più che mai urgente, volta alla rapida riduzione della pressione fiscale – spiega il presidente dell’associazione – il Paese corre il rischio di andare a fondo. Siamo sicuri che grazie dall’abbattimento del peso delle tasse sui bilanci di famiglie e imprese scatterebbero immediatamente benefici importanti per tutto il ciclo economico. L’Esecutivo non ha scelta se vuole davvero salvare l’Italia e agganciare la ripresa”.
Non solo. “Le imprese italiane – spiega Longobardi – devono fare i conti con alcune peculiarità che rappresentano ostacoli insormontabili per la ripresa del ciclo economico: i ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione; le difficoltà di accesso al credito e in generale il rapporto con le banche; l’assenza di una rete infrastrutturale adeguata e non in linea con gli standard europei oltre che internazionali”. Secondo il presidente dell’associazione “si tratta di un quadro drammatico che impone al Governo il varo di una ricetta su misura per l’economia italiana”. Lavoro, investimenti, fisco, pubblica amministrazione e legalità sono i cinque punti cardine attorno ai quali va innestato un serio e tempestivo piano di rilancio dell’economia italiana contenuti nel Manifesto di Unimpresa “Si salvi chi può” inviato nei mesi scorsi a palazzo Chigi.
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