“Il Paese sta galleggiando, ma la falla aperta dalla crisi finanziaria internazionale corre il rischio di far affondare la nave in tempi rapidissimi”. Così Paolo Longobardi, presidente di Unimpresa, commenta i dati della Banca d’Italia diffusi oggi “che fotografano una situazione da allarme rosso: su consumi, pil, credito e lavoro le indicazioni sono tremende”. Secondo Longobardi, il bollettino di via Nazionale “è la conferma di un Paese che naviga in cattive acque”.
Il presidente di Unimpresa critica, poi, l’azione del Governo di Mario Monti. “A questo punto – dice – è evidente la totale incapacità sia di capire fino in fondo lo stato di salute dell’economia italiana sia di trovare la medicina giusta per ripartire e rimettersi in piedi”. Per Longobardi “non c’è più tempo da perdere e l’Esecutivo dei tecnici, sul quale avevamo riposto ampia fiducia a novembre scorso, è irresponsabile e ha già abbandonato la nave. La sensazione è che a palazzo Chigi si respiri aria di elezioni e che la prospettiva dell’urna elettorale, magari già nel prossimo autunno, distolga l’attenzione dall’emergenza della recessione”. Non solo: “I presunti benefici delle misure di austerità varate dal Governo attorno a Natale sono compensati, quindi vanificati, dalla recessione che le misure stesse hanno causato”.
E ancora: “Gli sforzi dell’Italia per rispettare i propri obiettivi di bilancio saranno vanificati dalle prospettive di crescita negative e dai tassi di interesse sul debito pubblico ancora alti. L’aumento delle tasse sul lavoro, sulle proprietà e sui beni di consumo strangolano i consumi già deboli e una spirale di recessione e di ulteriore austerità renderà gli obiettivi di bilancio italiani difficili da raggiungere”.
“L’unica strada da percorrere passa per le privatizzazioni e la vendita di patrimonio pubblico: due opzioni indispensabili per ridurre il debito che oggi affossa l’economia”. Poi lo sguardo agli aspetti sociali della crisi: “Il clima che si respira camminando per strada è di vero e proprio terrore, dal quale nasce la paura di aprire il portafoglio e di incrementare i consumi”.
Per il presidente di Unimpresa, insomma, “non c’è da sorprendersi nemmeno di fronte a questa lunga lista di suicidi degli imprenditori perché la disperazione porta inevitabilmente a gesti estremi. Gli uffici di Unimpresa sono diventati consultori e adesso la nostra attività principale è di sostegno morale a chi è in difficoltà”.
a cura del Servizio Ufficio Stampa Ago Press
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