“Non importa, come vuol lasciar intendere l’Unione europea, che la corsa dello spread sia legata a oscure manovre speculative degli operatori finanziari: quel che conta – spiega Longobardi – è che il debito pubblico italiano è di nuovo sotto pressione e ciò cagiona pericolose ripercussioni sul bilancio statale, con conseguenze devastanti per la ripresa”.
“Il rigore sui conti del Paese, come abbiamo sempre sottolineato, è fondamentale per assicurare i presupposti necessari a uscire dalla recessione. Qualsiasi manovra di sviluppo e crescita, del resto, si fonda sulla stabilità delle finanze pubbliche” aggiunge il presidente di Unimpresa. “Un insieme di fattori – dice – che non ci sono più: non ci sono più le condizioni minime perché il Governo prosegua il suo percorso accidentato, è al capolinea”. Non solo. “Tuttavia – osserva il numero uno dell’associazione – l’eventualità di elezioni in autunno è una prospettiva drammatica: se i politici infilano di nuovo la testa nelle urne elettorali, l’Italia corre il rischio di infilarsi in un burrone dal quale potrebbe essere impossibile uscire”. Ecco perché “serve responsabilità, da parte di tutti e di tutti gli schieramenti dell’arco parlamentare: deve partire dai partiti la forza di caricarsi il Paese sulle spalle mettendo sul tavolo misure coraggiosi per uscire dal tunnel in tempi brevi”.
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