L’analisi è stata condotta sulla base dei dati della Banca d’Italia sui titoli di Stato in circolazione. Complessivamente, quindi, fino alla fine del 2013, vero e proprio annus horribilis per le emissioni obbligazionarie statali, vanno rifinanziati 228 miliardi. Da gennaio ed entro ottobre 2014, termine che coincide con quello indicato dal presidente del consiglio come momento di verifica dell’azione del Governo, il Tesoro dovrà vedersela con scadenze di bot e btp per altri 181 miliardi che portano il totale del debito da rifinanziare nei primi 18 mesi targati Letta a 409,8 miliardi di euro. Non è finita: da novembre 2014 a marzo 2018, i btp da rifinanziare ammontano a 518 miliardi. Guardando pertanto alla scadenza naturale di questa legislatura, dunque, il totale del debito pubblico da rifinanziare è pari a 928 miliardi.
La recente discese dei differenziali di rendimento è certamente un elemento rilevante per i conti pubblici. Lo spread tra btp italiani e bund tedeschi “corre” attorno a quota 250 punti base e riduce la spesa per interessi a carico del bilancio dello Stato. Si tratta di un risultato positivo che va cavalcato. L’ideale sarebbe scendere sotto il “muro” dei 200 punti in modo tale da allontanare il più possibile la speculazione finanziaria sui titoli pubblici italiani.
Ufficio Stampa Unimpresa
a cura di Ago Press
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