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Crisi. Unimpresa, aumenta liquidità congelata +65 mld in 12 mesi

Cresce negli ultimi 12 mesi la liquidità “congelata”: più titoli di Stato nei portafogli delle banche, depositi di imprese e famiglie sempre più gonfi. Da gennaio 2013 a gennaio 2014 sono aumentati di 32,7 miliardi di euro gli investimenti degli istituti in bond pubblici e sono cresciute di 32,1 miliardi le riserve di aziende e cittadini. In totale, il denaro che le banche non immettono nel circuito del credito, sommato a quello che il settore privato non spende, è salito di 64,9 miliardi in un anno (+4,47%) arrivando complessivamente a 1.515,7 miliardi. Questi i dati principali di un’analisi realizzata dal Centro studi Unimpresa che mette sotto i riflettori uno degli effetti della crisi finanziaria e della recessione economica.
Secondo lo studio Unimpresa, basato su dati della Banca d’Italia, le obbligazioni del Tesoro continuano a trovare il gradimento degli istituti di credito, che hanno “girato” sulle emissioni pubbliche buona parte dei 254,7 miliardi presi al tasso dell’1% con le due operazioni di finanziamento a lungo termine della Banca centrale europea (Ltro, Long term refinancing operation): la prima a dicembre 2011 da 115,6 miliardi; la seconda a marzo 2012 da 139,1 miliardi. Sono notevolmente aumentati gli acquisti di btp: da gennaio 2013 a gennaio 2014, nei portafogli delle banche, i buoni del Tesoro poliennali sono passati da 200,1 miliardi a 240,5 miliardi, in crescita di 40,5 miliardi (+20,27%). Su di 4,1 miliardi gli investimenti in ctz, passati da 34,8 miliardi a 38,9 miliardi (+11,84%), e su di 6,8 miliardi quelli n cct, passati da 55,2 miliardi a 62,1 miliardi (+12,32%). E nonostante il calo dei bot, scesi di 18,7 miliardi (-37,12%) da 50,4 miliardi a 31,7 miliar di, il totale dei titoli pubblici nei “fondi” delle banche è aumentato di 32,7 miliardi (+9,62%) da 340,4 miliardi a 373,2 miliardi. Una scelta che certamente ha contribuito ad aumentare la stretta del credito: nello stesso periodo (da gennaio 2013 a gennaio 2014) i prestiti a imprese e famiglie sono calati di 36,7 miliardi (da 1.476,4 miliardi a 1.439,7 miliardi).
Freno a mano tirato anche nel settore privato. La crescita dei depositi bancari riguarda tutti i comparti, con una sola eccezione. Le riserve delle famiglie risultano in crescita dell’1,90% di 16,1 miliardi: a gennaio 2013 i depositi erano a quota 845,3 miliardi e un anno più tardi sono schizzati a 861,3 miliardi.  Sono aumentati pure i depositi delle aziende (+8,42%) passando da 175,3 miliardi a 190,1 miliardi (+14,7 miliardi) e quelli delle imprese familiari, saliti da 42,8 miliardi a 43,3 miliardi (+1,56%) grazie a un “risparmio” di 670 milioni. In aumento sono anche le riserve delle organizzazioni non lucrative senza fini di lucro: i depositi delle onlus sono risultati in crescita di 1 miliardo, saliti a 22,9 miliardi (+4,59%) dai 21,9 miliardi dell’anno precedente. Calano dell’1,23% invece i depositi di assicurazioni e fondi pensione, scesi da 24,9 miliardi a 24,5 miliardi (-307 milioni). Complessivamente i depositi di aziende e famig lie sono passati da 1.110,3 miliardi a 1.142,4 miliardi in aumento di 32,1 miliardi (+2,90%).

LONGOBARDI: “RENZI DIA FIDUCIA A IMPRESE E FAMIGLIE”
“I dati mostrano come le risorse, in teoria, non mancherebbero, ma vuoi per paura di nuovi scossoni della crisi vuoi per remunerazioni vantaggiose, la liquidità è ferma al palo” commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. “Come abbiamo detto – aggiunge Longobardi – il governo di Matteo Renzi sembra andare nella giusta direzione, ma ora non deve deludere e deve rendere concrete le promesse annunciate mercoledì. I nostri numeri devono far riflettere ancora di più l’esecutivo e pure le forze politiche in Parlamento: alle famiglie, alle imprese e alle banche serve fiducia, servono misure che diano speranza di crescita e prospettive di lungo periodo”.

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