Dal governo ancora aiuti alle banche, per 2 miliardi di euro, che tagliano i prestiti alle imprese per 12 miliardi. La modifica introdotta alla disciplina sulle imposte anticipate nell’ambito della misura sull’aiuto alla crescita economica si traduce in una agevolazione fiscale per le banche italiane in crisi pari ad almeno 2 miliardi. Si tratta di un effetto delle correzioni alle norme sulle dta (deferred tax asset) varate dal governo con il decreto legge 50 del 2017 ovvero la manovra correttiva sui conti pubblici. La correzione, osserva il Centro studi di Unimpresa, consente agli istituti uno sgravio maggiori sulle perdite fiscali grazie alla riformulazione dell’Ace (aiuto alla crescita economica). “È uno scandalo – denuncia il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci – gli istituti continuano a essere aiutati, ma non sostengono l’economia reale visto che i prestiti alle aziende sono crollati di 12 miliardi negli ultimi 12 mesi”.
Non si ferma infatti la stretta delle banche: da febbraio 2016 a febbraio 2017, i finanziamenti alle imprese sono passati da 791 miliardi a 779 miliardi (-1,52%), mentre quelli alle famiglie, spinti dal credito al consumo e dai mutui, sono saliti di oltre 8 miliardi (+1,35%). Continuano a salire le rate dei finanziamenti non rimborsate: le sofferenze lorde sono cresciute di 7 miliardi arrivando a 203 miliardi (+3,60%), mentre quelle nette sono scese a 77 miliardi in diminuzione di 5,5 miliardi (-6,74%). Secondo una rielaborazione di dati della Banca d’Italia, il totale dei prestiti al settore privato è passato dai 1.409 miliardi di febbraio 2016 ai 1.405 miliardi di febbraio 2017, con un calo complessivo di quasi 4 miliardi (-0,26%).
Secondo l’associazione, sono calati i prestiti alle imprese con scadenza fino a 1 anno (breve periodo) di 12,5 miliardi (-4,49%) e sono calati anche quelli oltre 5 anni (lunga durata) di 8,9 miliardi (-2,48%); in aumento, invece, i finanziamenti con scadenza fino a 5 anni (medio periodo) di 9,4 miliardi (+6,32%). In totale il credito alle imprese è passato da 791 miliardi a 779 miliardi, in discesa di 12 miliardi (-1,52%). In ripresa, invece, i finanziamenti alle famiglie, spinti dal credito al consumo salito di 6,9 miliardi (+8,56%) e dai mutui aumentati di 5,5 miliardi (+1,34%); in controtendenza, i prestiti personali calati di 4,2 miliardi (-3,47%). In totale i prestiti alle famiglie sono saliti di 8,3 miliardi (+1,35%) passando da 617 miliardi a 625 miliardi.
Le sofferenze lorde sono salite a 203 miliardi, in crescita di 7 miliardi (+3,60%); le sofferenze nette sono calate invece a 77 miliardi in discesa di di 5,5 miliardi (-6,74%). Il rapporto tra sofferenze lorde e prestiti totali ai privati è passato dal 13,91% al 14,45%; il rapporto tra sofferenze nette e prestiti totali ai privati è passato dal 5,86% al 5,48%.
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