Secondo l’analisi dell’associazione, la traiettoria del rapporto tra debito e pil è destinata a restare su livelli particolarmente alti. Sul livello di indebitamento dell’Italia, si sono rivelate controproducenti sia le strette sulle tasse sia gli interventi sulle pensioni sia i tagli lineari al bilancio pubblico: nessun vantaggio, dunque, dalle politiche fiscali restrittive varate a partire dall’autunno del 2011. Quell’anno il rapporto tra debito e pil si è attestato al 116,4% per poi salire di quasi sette punti percentuali l’anno successivo, fino al 123,2%. Una impennata proseguita nel 2013 quando il rapporto era al 128,7% e ancora lo scorso anno al 132,3%. Stando alle previsioni del governo i carica, alla fine di quest’anno il rapporto tra debito e pil arriverà al 132,8%, per poi calare leggermente a partire dal prossimo anno: 130,3% nel 2016, 126,1% nel 2017, 121,7% nel 2018 e 117,4% nel 2019.
“Abbiamo pagato caro il rigore e non ci sono stati i vantaggi sperati. Con le tasse c’è stata una esagerazione che non sono non ha tenuto a bada le finanze statali, ma ha contribuito ad aggravare la crisi e la recessione” commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
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