Evitare il ricorso a una nuova manovra sui conti pubblici tagliando la spesa statale di 15 miliardi di euro. Con un progetto a due vie: eliminare subito 10 miliardi di stanziamenti alle imprese a fondo perduto e ridurre i costi della pubblica amministrazione di 5 miliardi grazie a micro interventi col “cacciavite” volti a ridurre gli sprechi. Grazie alle risorse risparmiate, si potrebbe scongiurare di un nuovo intervento sui conti pubblici in autunno che potrebbe portare all’inasprimento della pressione fiscale. Queste le richieste di Unimpresa che nei prossimi giorni illustrerà al Governo di Matteo Renzi il suo progetto.
Il piano di Unimpresa prevede dunque due azioni parallele sul bilancio pubblico italiano. Nel primo caso si tratta di agire sulla massa di denaro che la Pa eroga alle imprese, circa 36 miliardi l’anno. Di questi vanno ritenuti intoccabili i 12 miliardi stanziati per la viabilità, le ferrovie e il trasporto pubblico locale. Mentre possono essere risparmiati senza indugi 10 miliardiattingendo in parte ai 7 miliardi gestiti dallo Stato centrale e in parte ai 17 miliardi di competenza delle regioni. Denaro che viene “girato” alle aziende sotto forma di sussidi ala produzione e agli investimenti, ma che non porta ai risultati sperati sul versante della crescita. La seconda direttrice su cui agire riguarda le spese correnti della pubblica amministrazione, cioè gli acquisti e le forniture di beni e servizi. Una “voce” delle uscite che nel 2013 ammontava a 140 miliardi, cresciuta del 50% in cinque anni. In questo ambito, tra le pieghe del bilancio, si nascondono le sacche maggiori di sprechi. Con un mini taglio pari ad appena il 3,5% del totale si potrebbero “racimolare” subito 5miliardi spalmando i “sacrifici” sull’intera Pa, magari imponendo a tutti i livelli delle amministrazioni statali e pubbliche una revisione dei budget 2013: o eliminando l’acquisto di alcuni beni e servizi superflui o rivedendo coi fornitori i termini economici di altri contratti.
“Si parla troppo insistente del rischio di un intervento sui conti pubblici. L’economia non cresce come previsto dal governo e certamente per far quadrare le finanze statali sarà inevitabile aggiustare il quadro. Tuttavia, è indispensabile che questo avvenga senza pesare ulteriormente sulle famiglie e sulle imprese su cui già grava una pressione fiscale insostenibile. Basta tasse” commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
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