“La pressione fiscale da una parte e la stretta del credito dall’altra stanno mettendo a dura prova il tessuto delle micro e piccole imprese – spiega il presidente di Unimpresa Area Metropolitana di Napoli, Raffaele Ottaviano (nella foto) – E’ per questo che oggi vogliamo fare sentire la voce di tante aziende, famiglie, uomini e donne che lavorano tra mille difficoltà e cercano di superare la crisi. I dati presentati oggi attestano che il livello di guardia è stato ormai superato e che urgono interventi immediati e radicali per superare l’emergenza”.”
Per Pietro Russo, presidente di Confcommercio Napoli occorre ridurre il carico fiscale, detassare gli investimenti, facilitare l’accesso al credito per evitare che le imprese soffochino o finiscano nelle mani degli usurai, puntare sul settore turistico, valorizzando aree dalla forte attrattività. I dati economici sono inquietanti: in Provincia di Napoli, negli ultimi cinque anni, sono andati in fumo ben 9 punti di PIL, i consumi sono calati dell’11% e si sono persi oltre 100.000 posti di lavoro. Nei primi nove mesi del 2012 hanno chiuso oltre 6000 aziende del terziario, con un saldo negativo di 2000 imprese. Secondo la Banca d’Italia, infine, bisogna aspettarsi un’ulteriore diminuzione di fatturato nei prossimi mesi”.
“Il calo dello spread non impatta sul sistema delle imprese”, ha sottolineato invece Maurizio Maddaloni, presidente della Camera di Commercio di Napoli. “Serve subito una riduzione dei tassi di interesse per favorire l’accesso al credito e attivare processi di ripresa con effetti immediati per l’economia reale. Bisogna attivare politiche a vantaggio del tessuto produttivo locale che, nonostante tutto, non si rassegna e non tira i remi in barca nei momenti difficili”.
In conclusione, l’assessore al Commercio del Comune di Napoli Marco Esposito ha illustrato un’iniziativa della Giunta: “Insieme ai commercianti invieremo una lettera ai proprietari degli immobili chiedendo loro una riduzione del canone di affitto. Lo sforzo deve essere collettivo, perché ogni saracinesca che si abbassa è una sconfitta ed una fonte di reddito in meno”.
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