di Maria Grazia Lupo Albore
Riporto qui l’intervista concessa al giornale on line Cuore Economico (qui il link all’articolo) .
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Lupo Albore (Unimpresa): «Pnrr, colmare gap organizzativi ed economici per spingere le pmi sui mercati esteri».
Il direttore generale dell’associazione che tutela micro e piccole imprese: «Servono grandi iniziative per supportare le pmi nell’internazionalizzazione. I territori il valore aggiunto per la ripresa economica»
Le micro, piccole e medie imprese alla prova della ripartenza ed il futuro dell’economia italiana alla luce dei provvedimenti del Governo.
CUOREECONOMICO ne ha parlato con Maria Grazia Lupo Albore, direttore generale nazionale di Unimpresa che conta 108 mila imprese e 760 mila dipendenti associati.
Come hanno affrontato le micro, piccole e medie imprese la ripartenza e come è stato l’impatto del green pass obbligatorio sui livelli occupazionali?
«La ripartenza è stata complessa, ma vanno fatte delle distinzioni. Il periodo del Covid ha costretto decine di migliaia di attività alla chiusura e chi è riuscito a resistere, per poi riprendere, lo ha fatto in condizioni di partenza differenti.
Penso al turismo: le attività legate alla stagione estiva hanno avuto incassi positivi già nel 2020, mentre chi opera nelle grandi città ha sofferto molto di più l’anno scorso e magari ha abbassato definitivamente la saracinesca.
Il green pass non ha inciso sui livelli occupazionali, ma è diventato un costo, per le aziende, diretto o indiretto.
Nelle aziende a conduzione familiare il rapporto coi dipendenti è particolarmente stretto, si cerca di andare incontro alle esigenze dei collaboratori e anche in questo caso gli imprenditori hanno assecondato chi ha preferito non vaccinarsi, sia consentendo con maglie più larghe lo smart working sia coprendo almeno una parte dei costi per i tamponi».
Transizione digitale e green economy saranno le chiavi della ripartenza. Cosa si aspetta dal Pnrr e come si stanno organizzando le imprese vostre associate?
«Le associate a Unimpresa sono micro, piccole e medie imprese che operano in tanti campi. Guardando al nostro bacino, prevale il commercio, l’artigianato, la manifattura e ovviamente il turismo oltre che i servizi in generale.
Noi confidiamo che quei 200 miliardi di euro in arrivo dall’Unione europea col Recovery fund siano messi a terra nel più breve tempo possibile.
L’Italia è rappresentata da una personalità come Mario Draghi, molto rispettata in Europa. Il suo impegno e la sua capacità sono stati determinanti.
Adesso spetta al resto della pubblica amministrazione, in particolare sindaci e presidenti di regione oltre che i singoli ministeri, gestire i fondi Ue al meglio, senza sprechi e, soprattutto, tenendo lontano corruzione e infiltrazioni mafiose».
Il territorio e la sua valorizzazione come fattore vincente per il Paese Italia, in questa fase di rilancio. Cosa ne pensa?
«La ricchezza dell’Italia sta proprio nei territori e nella diversità che le varie aree del Paese possono offrire, non solo come attrazione turistica, ma anche come culture e tradizioni.
Ingredienti fondamentali, un valore aggiunto anche sul versante economico e sulle attività imprenditoriali. Tutto ciò può essere essenziale durante questa fase di rilancio dell’economia, a patto che ci sia un rispetto reciproco.
Per troppo tempo ho assistito, da donna del Sud, a battaglie e attacchi pretestuosi, alle nostre terre, da parte del Nord (che per lo più è popolato da emigranti del Mezzogiorno).
Situazioni che devono finire: finché non si capirà che l’intero Paese è una risorsa, sotto tanti punti di vista, non sfrutteremo fino in fondo le potenzialità a disposizione».
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