Lo studio presentato oggi da Ministero dello Sviluppo economico e Censis conferma quanto stiamo denunciando da tempo e cioè che si tratta di un fenomeno gravissimo che danneggia gli agricoltori per molti miliardi di euro all’anno.
Ben prima dei dati resi noti dal Censis la incessante attività del nucleo antisofisticazioni dei CC (Nas), del nucleo agroalimentare del Corpo Forestale dello Stato, della Guardia di Finanza, la grande quantità di atti della magistratura riportano dati che testimoniano un’illegalità diffusa nel settore.
Il maggior numero dei reati viene riscontrato nei settori delle carni e degli allevamenti, della ristorazione, dei farinacei e del latte e derivati. Si va dalle materie prime di provenienza estera e spacciate per italiane, alle truffe sulle etichettature, dalle sofisticazioni ai cibi adulterati, fino all’impiego di prodotti scaduti o, peggio, contaminati.
Prodotti agroalimentari non rispettosi di standard di qualità e sicurezza alimentare, cioè taroccati, sono ingiustamente venduti come prodotti locali. Il fenomeno è, pertanto, una costante minaccia oltre che per i produttori e per il danno economico che ne deriva, anche per i consumatori che hanno diritto a sapere, con chiarezza, cosa acquistano e mangiano.
Inoltre il mercato globalizzato allarga i confini del crimine, che danneggia produttori e consumatori.
Continuiamo a chiedere che venga data applicazione legge approvata all’unanimità dal Parlamento italiano all’inizio della legislatura e rimasta fino ad ora inapplicata, che vengano previste sanzioni più severe contro chiunque imiti prodotti certificati; e che vengano predisposti appositi aiuti finanziari per sostenere chi promuove cause contro chi falsifica prodotti alimentari (con particolare riferimento – ovviamente – ai consorzi di tutela).
Emilio Ferrara, segretario generale Unimpresa Agricoltura
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