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Def. Longobardi, preoccupano timori Bankitalia, Corte conti e Istat

“Le eccezioni sul Documento di economia e finanza sollevate oggi dalla Banca d’Italia, dalla Corte dei conti e dell’Istat, piene di timori, sono assai preoccupanti e gettano un’ombra sul programma del governo guidato da Matteo Renzi. Il Def rappresenta l’architrave su cui poggia il futuro dell’esecutivo, ma da autorevoli istituzioni indipendenti sono arrivate puntualizzazioni e osservazioni che mettono in dubbio la possibilità che le misure promesse possano effettivamente essere attuate”. Lo dichiara il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. “Preoccupazioni – aggiunge il presidente di Unimpresa – che seguono di pochi giorni l’analisi del nostro Centro studi, secondo cui il Piano nazionale di riforme approvato dal governo porta alla luce una stangata fiscale da oltre 44 miliardi di euro. Sono previste, infatti, maggiori entrate per 3,8 miliardi quest’anno e per altri 6,4 miliardi l’anno prossimo; nel 2016, nel 2017 e n el 2018 sono previsti incassi tributari aggiuntivi rispettivamente per 10,1 miliardi, 11,8 miliardi e 11,8 miliardi. In totale, famiglie e imprese pagheranno tasse in più per 44,09 miliardi nel quinquennio 2013-2018”.
Secondo un recente rapporto di Unimpresa, gli interventi del piano nazionale di riforme non sono a costo zero e comportano l’indicazione di cosiddette coperture finanziarie. Le maggiori entrate previste si riferiscono nel dettaglio alle misure per il contenimento della spesa, il lavoro e le pensioni, il sostegno alle imprese. Per quanto riguarda il contenimento della spesa, per coprire le sforbiciate al bilancio statale sono previsti incrementi di imposta, evidentemente con l’obiettivo di non ridurre i servizi della pubblica amministrazione ai cittadini, pari a 1,6 miliardi quest’anno e 4,1 miliardi nel 2014; nel triennio successivo sono previsti maggiori entrate per 8,1 miliardi, 10,1 miliardi e 10,09 miliardi. Complessivamente, le misure sulla spesa statale provocheranno 34,09 miliardi di tasse in più. Gli interventi sul lavoro e sulle pensioni comportano inasprimenti fiscali per 1,5 miliardi nel 2014 e 1,7 miliardi l’anno nel periodo 2014-2018: in t otale si tratta di imposte aggiuntive per 8,4 miliardi. Le misure sul sostegno alle imprese saranno coperte con 1,5 miliardi di tasse in più nel quinquennio in esame (620 milioni nel 204, 630 milioni nel 2015 e 326 milioni nel 2016). Ripartendo il giro di vite su base annuale, emerge che nel 2014 saranno pagate dai contribuenti più tasse per 3,8 miliardi, nel 2015 per 6,4 miliardi, nel 2016 per 10,1 miliardi, nel 2017 per 11,8 miliardi e nel 2018 per 11,8 miliardi. In totale, 44,09 miliardi di inasprimento fiscale.

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