«Se la crescita economica italiana sarà superiore di 2-3 decimali rispetto alle previsioni di autunno, come riferito da alcune indiscrezioni di stampa, il governo si troverà nella condizione di avere maggiori spazi di manovra sul fronte dei conti pubblici: una situazione di inatteso vantaggio che, a nostro giudizio, dovrà essere sfruttata per varare in immediatamente la promessa riduzione della pressione fiscale sia per le imprese sia per le famiglie. La crescita superiore alle attese nel 2023, col pil che potrebbe attestarsi tra lo 0,8% e lo 0,9%, rappresenta un’occasione irripetibile per anticipare il taglio delle tasse». Lo dichiara il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.+
«Rispetto alle indicazioni arrivate con l’ultima legge di bilancio, il governo dovrebbe correggere in positivo la previsione del pil 2023, portandolo a una percentuale tra lo 0,8% e lo 0,9%, dunque più alta rispetto allo 0,6% messo nero su bianco a fine 2022. Il quadro macroeconomico, in effetti, è notevolmente cambiato e in particolare si è affievolita la speculazione sui prezzi dei prodotti energetici e di quelli delle materie prime. Tutto ciò ha consentito alle imprese di mutare in positivo budget di spesa e previsioni di fatturato per quest’anno, di fatto guardando con maggiore ottimismo, nonostante l’inflazione, alle prospettive economiche. Tale situazione, tuttavia, non cancella la necessità di procedere speditamente con le più importanti riforme strutturali da troppo tempo attese dal Paese, a cominciare da quell’abbattimento del carico tributario sulla generalità dei contribuenti che, a nostro avviso, andrebbe avviato con provvedimenti straordinari, prima dell’estate» osserva il presidente di Unimpresa.
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