Il vicepresidente: procedure farraginose e inadeguate per accedere a sostegno Fondo garanzia
È caos in banca per accedere ai finanziamenti fino a 25.000 euro introdotti col decreto “liquidità” varato dal governo la scorsa settimana. Le procedure previste per questo tipo di finanziamento, sostenuto dal Fondo centrale di garanzia, sono farraginose e inadeguate vista la situazione di emergenza. È quanto segnala Unimpresa in un documento nel quale ha descritto le difficoltà applicative del decreto legge 23 dell’8 aprile 2020. Unimpresa pone l’attenzione su alcuni fattori di rischio che potrebbero delinearsi dopo l’entrata in vigore del decreto. La prima distorsione può sorgere attorno all’utilizzo della garanzia pubblica, da parte delle banche, come cappello per coprire finanziamenti già precedentemente concessi e deliberati senza garanzia pubblica; operazioni che, maggiorate del 10%, possono essere inserite con la garanzia del Medio Credito Centrale o della Sace. Altro elemento critico è la mancata valutazione del merito creditizio per gli importi fino a 25.000 euro e fino al 25% del fatturato: tale deroga riguarda solo ed esclusivamente l’ammissione alla garanzia e non l’istruttoria banca a cui spetta ogni autonomia decisionale sulla delibera. E ancora: l’utilizzo della garanzia per importi fino a 25.000 è prevista esclusivamente per la clientela della banca e non per nuova clientela. La pubblicazione sul sito del ministero dello Sviluppo economico della modulistica per potere effettuare la richiesta di garanzia per importi fino a 25.000 ha creato, tra le imprese, l’illusione di potere accedere al credito in tempi rapidissimi. «Ancora una volta il Governo non ha fatto i conti con un male che attanaglia da tempo le imprese ovvero la burocrazia italiana. Non è pensabile che in Germania in tre giorni vengono accreditati sui conti correnti delle imprese gli aiuti da parte dello stato e in Italia ci si perde in modalità operative e circolari che altro non fanno se non quello di creare false aspettative, pur consapevoli di una crisi sanitaria che ha creato recesso economico e che sta per diventare depressione economica» commenta il vicepresidente di Unimpresa.
Secondo Unimpresa, l’azienda che vuole usufruire dell’importo dei 25.000 deve compilare la modulistica e consegnarla in banca. E la banca, ammesso che ne abbia le competenze, deve inserire i dati attraverso la procedura telematica del Medio Credito Centrale, provvedere al congelamento della posizione con un numero rilasciato dallo stesso Mcc e ottenere il successivo certificato di garanzia, che potrà essere utilizzato solo sulla banca richiedente. Se per valutazione del merito creditizio la banca non ritiene opportuno procedere, dovrà svincolare la garanzia e l’impresa, se ancora esistente, dovrà rifare l’iter sul un altro istituto di credito. Sarebbe pertanto necessario consentire direttamente all’impresa la prenotazione della garanzia Mcc, almeno per gli importi fino a 25.000 euro, da utilizzare su tutti gli istituti di credito, nel rispetto dei requisiti di ammissione. «Purtroppo, ancora una volta, lo strumento presentato da governo come un bazooka di liquidità in favore delle piccole e medie imprese ha solo creato caos e confusione tra le aziende e le stesse banche» osserva.
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