Di Paolo Lecce
Si guarda sempre con sospetto alle situazioni politiche, economiche e sociali al di fuori della nostra nazione, spesso solo perché ci sembra di avere ideologie e comportamenti più avanzati e civili rispetto agli altri paesi.
Il caso dell’Iran, ovviamente, ribadisce tutto ciò: non siamo di fronte a differenze culturali, o religiose, ma siamo di fronte ad un vero e proprio terrorismo violento ed orribile.
Persone interrogate, perseguite ingiustamente, solo per aver esercitato pacificamente i propri diritti umani. Si è fatto un uso illegale dell’autorità statale: sparando pallini da caccia contro i manifestanti, torturando, negando adeguate cure mediche ai prigionieri.
La pena di morte è usata come arma di repressione politica…
Amputazioni, accecamenti, fustigazioni sono all’ordine del giorno; naturalmente la fantasia perversa galoppa ancora di più quando si tratta di donne.
Le donne offese nella loro dignità, costrette ad un abbigliamento medioevale ed umiliante, subiscono stupri e menomazioni, vedono indebolirsi sempre più il loro diritto all’istruzione, alle cariche pubbliche, alla salute sessuale e riproduttiva, addirittura sopprimendo l’accesso al servizio di diagnosi prenatale.
I matrimoni sono imposti dai parenti uomini alla età di 13 anni, se non prima; le donne, ovviamente non solo loro, sono uccise perché lottano per diritti fondamentali, i cadaveri non potranno neanche avere un funerale, perché ulteriormente oltraggiati sono fatti sparire.
Inoltre, le persone LGBT, subiscono le cosiddette “terapie di conversione”, le minoranze etniche sono perseguitate con l’accusa di “inimicizia contro Dio”.
Tutto ciò è contrario ai principi della “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”, il leader supremo “Ali’ Khamenei” non ha ancora adottato alcun provvedimento contro questi che sono crimini contro l’umanità.
Personaggi della cultura, dello sport, dello spettacolo, a prescindere dal loro credo politico o religioso, tramite una petizione, sollecitano l’intervento dei principali organi del governo italiano e la Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen, affinché cessi questo massacro.
Donna, Vita, Libertà, tre parole che sintetizzano gli obiettivi di questa campagna e che danno il nome all’iniziativa che vede nell’attrice @MarisaLaurito, la sua grintosa ed instancabile promotrice.
Sono state raggiunte più di 140.00 firme: continuiamo a firmare tutti e tutte!
Siamo debitori nei confronti di questa popolazione sofferente, noi che solo per casualità siamo nati in un’altra parte del mondo.
È il momento di prendere una posizione netta, intransigente, con tolleranza zero: solo così non saremo complici dell’orrore.
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