di Pasqualina Costantino (Consigliere nazionale Unimpresa Turismo)
Tanto atteso quanto temuto, il nuovo Dpcm è stato un “nulla di fatto” infarcito di formule giuridiche.
Anche se qualcosa è stato fatto: togliendo i motivi per uscire si è di fatto imposto un Lockdown indiretto.
Senza uscite serali nei ristoranti, senza poter praticare sport (salvati gli amatoriali per ora, a discapito delle attività e relative famiglie).
Tanti mesi di preavviso per la seconda ondata, la montagna ha partorito il proverbiale topolino.
Il turismo langue, in un coma eterno fatto di attesa. Attendiamo solo gli uccelli rapaci che in cerchi sempre più piccoli arrivano alla preda, mille restrizioni per arrivare all’innominato Lockdown.
Innominato ma presentissimo nei dibattiti, non invocato dalla politica per terrore delle masse (che trovano comunque il modo di farsi sentire).
Eterni assenti, i ministri preposti ai luoghi chiave che si barricano dietro slogan e dichiarazioni neutre.
La Cultura muore lentamente, visto che in coma era già da molto tempo prima della pandemia.
Quando ripartirà la nostra macchina economica? Difficile dirlo, se il meccanico non sa dove mettere le mani.
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