“Anche i risultanti dei ballottaggi, nonostante qualche trionfalismo di parte, hanno confermato la preoccupazione espressa da Unimpresa, dopo i risultati del primo turno: il vero vincitore di questo appuntamento elettorale si conferma l’astensionismo, che ha raggiunto livelli di guardia, ormai allarmanti. Una vittoria che certifica, al di là dei brindisi degli apparenti vincitori e delle dichiarazioni autoconsolatorie dei sicuri sconfitti, la crisi profonda di credibilitá della politica e della classe dirigente del nostro paese, l’ulteriore indebolimento delle istituzioni democratiche e la fragile rappresentativitá degli stessi sindaci eletti, a partire dalla capitale, di fronte alle sfide che si troveranno a dover affrontare su un tessuto sociale lacerato, specie nelle periferie, da ribellismi di ogni tipo, nonché dagli irrisolti problemi di sopravvivenza economica e di vivibilità urbana”. Lo dichiara il segretario generale dì Unimpresa, Raffaele Lauro. “Questa drammatica condizione, esplosa con la sbornia demagogica delle elezioni politiche del 2018, aggravata nel corso di una legislatura politicamente incoerente e incancrenita dalla pandemia, imporrebbe, nell’immediato, ai partiti tutti, della cosiddetta maggioranza e di opposizione, nonché alle due obbligate coalizioni, flagellate da crescenti contraddizioni e rivalitá, una riflessione profonda sugli errori commessi e sulle possibilità di recupero, con azioni conseguenti, della fiducia da parte della stragrande maggioranza dei cittadini. Questo scenario di macerie alimenta i timori del mondo imprenditoriale e, in particolare, delle pmi, che confidano in una rapida ripresa delle loro attività, dopo la crisi pandemica, ancora non del tutto risolta, in un clima di stabilitá politica, di pace sociale e di aspettative positive nel futuro. Il governo Draghi sta procedendo a tappe forzate nella realizzazione del programma di emergenza, arrivato oggi all’appuntamento cruciale della legge di bilancio, tuttavia il pur meritorio attivismo dell’esecutivo, garantito dall’autorevolezza del premier, sussidia e copre, ma non risolve, il vuoto della politica, che, alla lunga, metterà a rischio la stessa democrazia repubblicana” aggiunge Lauro.
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