“Sono trascorsi oltre sette giorni dalle elezioni del 4 marzo e il risultato, che ha restituito un quadro assai frammentato, corre il rischio di trascinare il nostro Paese in un lungo, pericoloso e incerto stallo istituzionale. Auspichiamo, pertanto, che si formi subito una maggioranza parlamentare capace di dar vita a un governo stabile. In questo senso, ribadiamo il nostro appello al senso di responsabilità da parte di tutte le forze politiche in campo, che devono ragionare sui programmai, cercando i punti di convergenza, e soprattutto individuare un percorso comune nell’interesse delle famiglie e delle imprese italiane”. Lo dichiara il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.
“Alcuni partiti più di altri – aggiunge Ferrara – hanno raggiunto risultati giudicati brillanti da tutti gli osservatori politici, affermazioni che, pur non consentendo di avere numeri sufficienti, aumentano il livello di responsabilità derivante dal mandato degli elettori. A questi partiti, in particolare, ci rivolgiamo, ricordando che hanno il diritto e il dovere di governare e di guidare l’Italia per portarla finalmente su un percorso di crescita virtuoso e strutturale. Sia chiaro: noi non facciamo il tifo per qualcuno in particolare, visto che la nostra associazione da sempre è abituata a dialogare con tutti e, semmai, a fare il tifo per l’Italia. Certo, bisogna prendere atto delle volontà dei cittadini superare pregiudizi anacronistici su talune formazioni, anche di più recente nascita”.
Secondo il presidente di Unimpresa “stanno per arrivare appuntamenti cruciali. Ad aprile l’esecutivo deve approvare il Documento di economia e finanza, testo base per la politica economica dei prossimi anni che sarà passato al vaglio dell’Unione europea. E proprio in sede europea, nei prossimi mesi, si giocheranno partite decisive per la finanza pubblica italiana e a questi tavoli l’Italia deve sedere con una guida forte”.
“Non possiamo permetterci di lasciare alla Francia e alla Germania – precisa Ferrara – la regia della politica Ue. Finora il nostro Paese ha pagato un conto salato, in termini di contributi e sforzi finanziari, ed è venuto il momento di voltare pagina”.
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