Cosa pensiamo quando sentiamo parlare o leggiamo di emigrazione, fenomeno che sta tornando tristemente di moda e facile da trovare descritto sulle prime pagine dei giornali? Certo immaginiamo dei giovani che, dopo aver vissuto gli anni del parcheggio universitario e aver percorso le vie dell’umiliazione dell’inutile ricerca del lavoro, decidono di andarsene dalle loro terre in cerca di fortuna. E immaginiamo bene! Meglio ancora se scorgessimo, in queste traversie, la delusione umana di chi resta disoccupato e la responsabilità gravissima di chi cinicamente sfrutta tale situazione o contribuisce a renderla ancora più pesante, foraggiando illusioni con facili promesse a fini e scopi di utilità personale. Rischio che si corre maggiormente in momenti proprio come questo alla vigilia di una tornata elettorale importante. Penseremmo mai ad una emigrazione di persone anziane e in pensione? Verrebbe da sorridere. Eppure è proprio tale l’ultima novità in materia di emigrazione. Accade nell’opulenta Germania dove gli anziani sono costretti ad una fuga forzata dal loro paese non potendo sostenere le spese per la retta di una casa di ricovero. A registrare il fenomeno è il giornale Der Spiegel, che denuncia la partenza di circa diecimila pensionati per strutture situate per lo più nell’est europeo ma anche in Turchia e perfino in Thailandia. A volte sono gli stessi tedeschi che le costruiscono preparandosi ad accogliere i loro connazionale pronti per la rottamazione. Sarà la crisi economica, ma a peggiorare la situazione contribuisce anche il congelamento delle pensioni imposto dal governo e la crescita delle persone che fanno ricorso alla copertura sociale delle spese per l’assistenza sanitaria. Situazione che desta preoccupazione. Sbaglieremmo però se credessimo che l’apprensione sia per la salute e il tenore di vita dei nuovi emigranti, perché il timore dei direttori delle strutture di accoglienza situate in territorio tedesco, è rivolto alla concorrenza internazionale che subiscono. Come a dire che gli anziani valgono solo per il potenziale e presunto guadagno che rappresenterebbero. Può avere futuro una società che tratta così gli archivi viventi della storia di cui è frutto? Questa dovrebbe essere la giusta preoccupazione! In tempi di rottamazione, quella che subiscono gli anziani smaschera interamente l’ipocrisia di una società che dice di pensare al bene comune e non è capace di guardare oltre il proprio naso. Se non si inverte la tendenza il futuro è segnato e dovremmo prepararci tutti ad emigrare. Pensiamoci!
(da Il Denaro del 06.01.2013)
Alfonso D’Alessio
a.dalessio@unimpresa.it
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