Papa Francesco, eletto al soglio pontificio il 13 marzo, ha riscosso già le simpatie di tutti i fedeli cattolici e non solo. E le merita. Come non riconoscergli il carisma della semplicità, dell’immediatezza nella comunicazione? Ma non è solo questo, vi è molto di più: è con tutta evidenza un uomo di Dio. Questo lo inserisce pienamente nella scia di pontefici santi che lo Spirito Santo ha donato alla Chiesa negli ultimi anni. Interessante quanto affermato da un mio fratello presbitero di Salerno, don Michele Del Regno: “L’entusiasmo è bello, ma non deve illudere! Questo papa sta facendo grandi cose col suo stile libero e sereno, ma lui si inserisce in un solco di storia che si chiama Tradizione. Quanto è buffo sentire: questo papa è progressista, l’altro era conservatore. Nella mentalità comune il conservatore difende le vecchie idee, il progressista si apre a tutto ciò che la mentalità attuale vuole far diventare normale. Vi ricordo che Papa Francesco crede nello stesso Gesù Cristo di Papa Benedetto XVI, di Giovanni Paolo II , e quindi sono uomini di Dio che con il loro carattere, con la loro sofferenza, con la loro intelligenza e con il loro stile cercano di annunciare a tutti la bellezza di fondare la propria vita sulla Roccia che è Cristo!”. E’ vero, conservatore e progressista sono categorie che non appartengono alla Chiesa, sono proprie di chi si ostina a leggere la vita ecclesiale senza il dato principale, quello della fede. Ma una domanda sorge spontanea. Le folle, che oggi osannano stupite dai gesti che pure hanno un loro significato ed efficacia precisa, continueranno nello stesso atteggiamento quando Papa Francesco annuncerà cosa significa amare Cristo? Un amore che impegna nella difesa del valore e dell’integrità della famiglia, nell’affermazione della vita nascente e concepita, nella tutela dei bambini non solo dai pedofili ma anche da chi ne vorrebbe un’educazione parziale e monca facendoli oggetto dei propri desideri egoistici, etc. Speriamo di sì. Tuttavia una certezza l’abbiamo, Papa Francesco non si lascerà scoraggiare e non demorderà, infondo Colui del quale è vicario su questa terra è già passato per la folla accogliente che poi ha gridato “crocifiggilo”. Dopo il dono di Benedetto XVI, in perfetta continuità, lo Spirito ha donato Papa Francesco, a noi il dovere di accoglierlo veramente.
Alfonso D’Alessio
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