Report del Centro studi di Unimpresa: sul totale di oltre 40 milioni di vetture, oltre 26 milioni hanno più di 10 anni. Rischi per pmi: blocco attività, impossibile ricambiare i parchi auto. Il presidente Ferrara: «Il rispetto per l’ambiente è sacrosanto, ma la transizione sia realmente sostenibile»
Sul totale di oltre 41 milioni di autovetture in circolazione in Italia, più di 26 milioni hanno almeno di 10 anni e tra queste, che corrispondono al 63% del totale rientrano i veicoli “Euro 5” diesel che corrono il rischio di diventare “illegali” nei prossimi mesi in molte regioni del Paese.
Di fatto, oltre la metà delle auto, due su tre per l’esattezza, potrebbe smettere di circolare a stretto giro. Il blocco dei veicoli euro 5, infatti, già in vigore in alcune grandi città italiane potrebbe presto estendersi e creare enormi disagi sia alle famiglie sia alle aziende: in particolare, le micro e piccole imprese non di rado dispongono di parchi auto datati ed eventuali, pesanti limitazioni alla circolazione causerebbero il blocco di alcune attività, imponendo investimenti straordinari che metterebbero in ginocchio decine di migliaia di pmi.
È quanto denuncia Unimpresa. «Quando si parla di ambiente, il rispetto è sacrosanto e noi da sempre ci battiamo per la tutela del mondo che ci circonda anche con l’obiettivo di preservarlo al meglio per le generazioni future. Ma la parola d’ordine deve essere sostenibilità. Un fattore che è spesso citato, nei documenti delle grandi imprese, nei rapporti delle istituzioni mondiali e nei discorsi dei politici, ma è poi preso poco concretamente in considerazione quando parliamo di transizione, di verde e di ecologia» commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.
Secondo il Centro studi di Unimpresa, in Italia circolano 41,1 milioni di autoveicoli. Di questi, sono poco più di 26 milioni quelli con almeno 10 anni di vita: in questa fascia, che corrisponde al 63,2% del totale, rientrano anche le vetture appartenenti alla categoria “Euro 5”, oggetto di una stretta regolatoria che in molte grandi città le ha già prese di mira e che potrebbe estendersi anche ad altre grandi regioni del Paese.
Le vetture più giovani, cioè con meno di 10 anni dalla prima immatricolazione, sono 15,1 milioni e corrispondono al 36,8% del totale: 1,3 milioni nel 2014, 1,5 milioni nel 2015, 1,8 milioni nel 2016, 1,9 milioni nel 2017, 1,9 milioni nel 2018, 2 milioni nel 2019, 1,4 milioni nel 2020, 1,6 nel 2021 e 1,3 milioni nel 2022.
«Senza uno stop a queste assurde regole, ci troveremo ad affrontare un blocco della circolazione a livello nazionale nell’arco di un tempo particolarmente breve: una situazione disastrosa da evitare a tutti i costi che potrebbe mettere in ginocchio l’economia del Paese e creare, inoltre, enormi disagi anche sul piano sociale» osserva il presidente di Unimpresa.
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