Il progetto dell’associazione con la società a partecipazione statale cinese Sinotrans. A Wuhan nasce il primo centro commerciale sotto la Muraglia per gli acquisti all’ingrosso, con 800 metri quadrati dedicati al made in Italy. Per le aziende del nostro Paese opportunità di business a costi contenuti senza pagare subito dazi doganali e Iva. Tra i settori interessati: agroalimentare, moda, design. Il presidente Longobardi: “Creiamo una vetrina permanente che potrà essere sfruttata anche dai piccoli, grande opportunità di incrementare il fatturato”
Nasce in Cina, nella città di Wuhan, la prima “commercity” per le micro, piccole e medie imprese italiane. Si tratta di un inedito “centro commerciale” dedicato agli acquisti all’ingrosso dei rivenditori locali nel quale è prevista un’area di 800 metri quadrati destinata ai prodotti made in Italy: dall’agroalimentare alla moda e a tutto il design italiano. Con prospettive di estensione anche sul versante dell’e-commerce nazionale. Una svolta sia per il mercato cinese, che farà entrare prodotti controllati ai quali attribuirà un certificato doganale di qualità, sia per le opportunità che si aprono per le aziende del nostro Paese che avranno a disposizione una vetrina permanente in un’area doganale libera, con enormi vantaggi economici. La nuova piattaforma di trading è stata realizzata da Unimpresa con il gruppo Sinotrans, società di logistica partecipata dallo Stato cinese.
La prima “commercity” cinese per il made in Italy sarà presentata mercoledì 9 dicembre a Wuhan, una delle più importanti città della Cina centrale (è nella provincia di Hubei) con oltre 9 milioni di abitanti, e sarà operativa da febbraio 2016 in concomitanza col capodanno cinese. La presentazione rientra nell’ambito di una missione di Unimpresa in Cina che terminerà il 16 dicembre. La seconda tappa, dopo Wuhan, è nella provincia di Hainan dove verranno presentate varie iniziative nel campo dell’agricoltura, dopo anni di dialogo e importanti accordi già avviati con le istituzioni locali.
La delegazione italiana a Wuhan è guidata dal presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, e dal vicepresidente, Paolo Giraud, che ha coordinato tutto il progetto. Della delegazione fanno parte: Auro Ciucani (proprietario Via Pisa 28), Andrea Di Giandomenico (direttore commerciale Via Pisa 28), Flaminio Fabi, (proprietario Fabi spa), Gabriele Buonanno (Direttore Commerciale Maffei srl), Massimo Castellano (direttore commerciale High Quality Italy). Saranno poi rappresentati i brand di altrettante aziende, Teleria Zed, Luca Guerrini, Luxury Fashion, Pierantonio Gaspari e Ulturale.
La piattaforma di trading commerciale di Wuhan dedicata al made in Italy – che potrebbe essere replicata in altre 15 città cinesi – rientra nell’ambito del progetto “Rethink retail” che Unimpresa sta portando avanti e che vede la Cina come primo Paese interlocutore. L’iniziativa relativa alla commercity di Wuhan è dedicata in particolare ai settori agroalimentare, moda, accessori e tutto il design italiano. Obiettivo è promuovere e valorizzare le eccellenze imprenditoriali e produttive italiane, per sostenere il loro percorso di crescita e di posizionamento nelle grandi strutture dedicate alla vendita al dettaglio in ambito internazionale.
Sinotrans è una società di logistica a partecipazione dello stato e il progetto di Wuhan è supportato dalla volontà della Direzione centrale delle dogane di Pechino, di sperimentare un modello di importazione diretta di beni esteri al fine di regolamentare, attraverso piattaforme di trading come quella di Wuhan, l’ingresso dei prodotti esteri nel rispetto delle regole.
L’iniziativa garantisce risultati commerciali considerevoli per le aziende produttrici coinvolte, in quanto si tratta della creazione di una “filiera corta” tra produttore (in questo caso di made in Italy) e consumatore cinese. Per i prodotti italiani, inoltre, ci sarà un’importante riconoscimento con un certificato di origine garantito dalla Dogana cinese, un elemento capace di dare discontinuità al commercio illegale e di bloccare la diffusione di marchi falsi.
Grandi vantaggi economici per l’export di prodotti made in Italy. Ciò perché il funzionamento della piattaforma di trading commerciale si basa sul meccanismo delle free trade zone, aree speciali o “zone franche” all’interno delle quali esistono una serie di benefici sia per quanto riguarda i dazi doganali sia per quanto riguarda il pagamento dell’imposta sul valore aggiunto (Iva), che vengono pagati solo dopo l’uscita dei prodotti e con pagamenti dilazionati. Unimpresa assicurerà assistenza e supporto alle PMI italiane su vari fronti, dal marketing alle tecniche di vendita, dalla logistica agli aspetti economico-fiscali e contrattuali.
L’iniziativa prende le mosse sui dati economici e demografici, che vedono l’economia correre sotto la Muraglia: in Cina vivono 1,3 miliardi di persone e si tratta di un mercato in crescita costante. I consumi in aumento rappresentano un potenziale assai rilevante di sviluppo: il ritmo di crescita delle vendite è superiore al 10% da anni e le movimentazioni di denaro si aggirano sui 1.000 miliardi di dollari l’anno. Il piano prevede anche lo sviluppo di un progetto di e-commerce sui siti cinesi, finora affollati da prodotti illegali che transitano attraverso Honk Hong con una importazione parallela incontrollata dalle autorità locali.
“Vogliamo sfruttare tutte le potenzialità offerte dalla Cina, una delle economie più importanti su scala mondiale. Per le aziende italiane, e in particolare per le nostre eccellenze del made in Italy, esistono opportunità enormi di sviluppo con questa vetrina permanente. Questa iniziativa consente anche ai produttori più piccoli, che da soli non riuscirebbero a sostenere i costi di promozione ed esportazione diretta della loro merce, di affacciarsi in un mercato vastissimo, con prospettive assai significative di incrementare il fatturato” dichiara il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
Il 12 dicembre la missione di Unimpresa prosegue poi nell’arcipelago di Hainan. Con la provincia di Hainan l’associazione ha stretto negli scorsi anni una serie di accordi in particolare nel settore dell’agricoltura ed è la quarta volta che Unimpresa torna “sul posto”. Saranno definiti i dettagli di un accordo volto a supportare lo sviluppo dell’agricoltura cinese grazie al know how italiano. Gli ambiti di attività sono il risparmio energetico, la sostenibilità ambientale, le bonifiche per il recupero dei territori.
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