«Il 23 maggio di ogni anno, l’Italia si ferma per ricordare Giovanni Falcone, magistrato simbolo della lotta alla mafia, barbaramente ucciso nel 1992 insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli uomini della scorta. La sua morte rappresenta una ferita ancora aperta nella nostra società, un monito costante sull’importanza della legalità, soprattutto per la salvaguardia della nostra economia. Falcone ha dedicato la sua vita a combattere la mafia e a far prevalere la giustizia, convinto che senza legalità non possa esserci un vero sviluppo economico. Le organizzazioni criminali, infatti, non sono solo un problema di ordine pubblico, ma rappresentano una minaccia concreta e devastante per il tessuto produttivo del nostro paese. La loro presenza e le loro attività illecite distorcono il mercato, sottraggono risorse allo Stato e alle imprese, inquinano la concorrenza e scoraggiano gli investimenti. In particolare, le micro, piccole e medie imprese, che costituiscono il cuore pulsante dell’economia italiana, sono le più vulnerabili agli attacchi delle organizzazioni mafiose. Queste imprese, spesso a conduzione familiare, rappresentano non solo una fonte di occupazione, ma anche di innovazione e di sviluppo locale. Tuttavia, sono frequentemente bersaglio di estorsioni, usura e altre forme di intimidazione che ne minano la capacità di crescere e prosperare».
Lo dichiara il presidente onorario di Unimpresa, Paolo Longobardi, ricordando la strage di Capaci del 23 maggio 1992. «Le mafie, con la loro presenza capillare e il loro modus operandi violento e oppressivo, riescono a imporre un clima di paura e di sfiducia che paralizza l’iniziativa imprenditoriale. Gli imprenditori, costretti a pagare il pizzo o a sottostare a condizioni capestro, vedono ridursi i margini di profitto, mentre l’accesso al credito diventa più difficile e costoso. Questo circolo vizioso porta spesso alla chiusura delle attività, con conseguenze drammatiche per l’occupazione e l’economia locale. Inoltre, le risorse sottratte dalle mafie all’economia legale finiscono per alimentare attività illecite che danneggiano ulteriormente il sistema economico e sociale del nostro paese. Le mafie reinvestono i proventi dei loro crimini in attività apparentemente legali, alterando le dinamiche di mercato e creando un sistema economico parallelo che sfugge al controllo dello Stato. La commemorazione di Giovanni Falcone non deve essere solo un momento di ricordo, ma un’occasione per riflettere sull’importanza della legalità come condizione imprescindibile per lo sviluppo economico e sociale. È necessario che le istituzioni, le forze dell’ordine, la magistratura e la società civile lavorino insieme per contrastare con determinazione le organizzazioni criminali, proteggendo e sostenendo le imprese sane che rappresentano la vera ricchezza del nostro paese. Solo così potremo onorare davvero la memoria di Giovanni Falcone e di tutte le vittime della mafia, costruendo un’Italia più giusta, libera e prospera, dove la legalità sia il pilastro su cui fondare il nostro futuro economico e sociale» aggiunge il presidente onorario di Unimpresa.
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