«Le imposte inerenti l’anno fiscale 2019 dovrebbero essere rinviate in blocco al 2021, senza ulteriori indugi e senza ripensamenti. Il rinvio dei versamenti fiscali introdotto dal governo con i decreti Covid, infatti, è parziale e limitato, in quanto valido solo per i contribuenti soggetti ad Isa (ex studi di settore) che vedranno spostato il versamento delle imposte al 20 luglio al posto del 30 giugno. Per gli altri contribuenti si preannuncia un salasso già questo 30 giugno».
Lo dichiara il consigliere nazionale di Unimpresa, Marco Salustri, secondo il quale «l’attuale slittamento dei termini non darà in nessun modo, alle imprese e ai contribuenti, il tempo necessario per recuperare liquidità, dopo il collasso finanziario dei precedenti mesi. Nemmeno è pensabile un rinvio a settembre o dicembre, dove vi sarebbe un accavallamento tra saldi e acconti d’imposta, Ires e Irpef, nonché dei versamenti delle rateazioni, che aggraverebbe ancor di più la situazione finanziaria delle imprese».
Quanto all’Iva e alle ipotesi di abbassamento, Salustri suggerisce di «modellarla attraverso un’analisi ponderata per macro aree merceologiche e la sua riduzione dovrebbe essere raccordata con le imposte dirette e la riforma organica». Secondo il consigliere nazionale di Unimpresa, «per quanto riguarda la voluntary disclosure, già proposta in passato da precedenti governi e ora riproposta dal governo Conte, si può solo sperare in un’imposta molto bassa, affinché abbia il giusto appeal. Un’aliquota medio/alta non aiuterebbe il rientro dei capitali in questa fase congiunturale in cui i contribuenti, anche di fascia medio alta, hanno ridotto perfino il consumo dei beni di lusso».
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