L’importanza di avere a disposizione gli incentivi dedicati alle imprese, disponibili sul sito del Ministero delle Imprese e del made in Italy crea i presupposti per fare un ulteriore passo in avanti creando un elenco certificato di società di consulenza il cui unico scopo dovrebbe essere quello di assistere le imprese. È quanto chiede Unimpresa in un documento inviato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, alla luce dei risultati della riunione dello scorso 14 febbraio. «Le imprese, soprattutto le micro e piccole, spesso non hanno personale interno adeguato a selezionare e seguire il bando che sia più aderente alle necessità della stessa. Alcune si rivolgono ai propri commercialisti che a loro volta non hanno spesso la preparazione adeguata. Oppure alle imprese mancano i requisiti richiesti dagli incentivi, come ad esempio i bilanci certificati o altre certificazioni necessarie per poter partecipare al bando» scrive nel documento il consigliere nazionale di Unimpresa, Marco Pepe. Il documento di Unimpresa si occupa anche di formazione, crescita dimensionale delle imprese, semplificazione burocratica, sostenibilità e appalti. La proposta dell’associazione sugli incentivi, dunque, mira anzitutto a creare un apposito elenco di società di consulenza le quali devono possedere dei requisiti che il tavolo di lavoro dovrà individuare, inserendole in un apposito elenco del Ministero su cui le imprese possono fare affidamento. L’elenco andrebbe diviso per dimensione aziendale secondo la nota classificazione individuata nel decreto ministeriale del 18 aprile 2015 che recepisce la raccomandazione europea. Più nel dettaglio, lo scopo delle società di consulenza dovrà essere analizzare, assistere e proporre alle imprese gli appropriati progetti finanziari adatti alla loro realtà. Queste società di consulenza dovranno necessariamente sottoscrivere un impegno ed essere tenute al segreto industriale. Il costo dell’assistenza dovrà essere il più possibile ridotto per le imprese. L’assistenza dovrà essere di natura temporanea (1 o 2 anni). In tal modo, a nostro avviso, si potrà rendere efficace e completo il ciclo “incentivi-utilizzo”. Secondo il consigliere nazionale di Unimpresa «in tema di produttività, le grandi imprese italiane sono tra le migliori, raggiungendo quasi i livelli della Germania. Il problema risiede nelle piccole imprese che rappresentano la maggioranza in Italia e che sono il cuore del sistema del nostro Paese. Le piccole imprese, oltre a soffrire in termini di crescita e produttività, hanno un ulteriore problema, peraltro, comune anche a imprese medie e grandi, ovvero la difficoltà nel reperire figure lavorative tecniche e specializzate».
Il documento di Unimpresa si occupa poi di formazione, crescita dimensionale delle imprese, semplificazione burocratica, sostenibilità e appalti. La formazione è il caposaldo su cui ricostruire, costruire e consolidare l’economia generata dalle micro piccole e medie imprese. In Italia si investe assolutamente poco nella formazione essendo, l’unico paese dell’Unione europea in cui la spesa, per interessi del debito pubblico, supera quella per l’istruzione e non solo per i tassi di interesse più alti. Unimpresa sostiene che la linfa vitale che ha generato la particolare diffusione delle micro piccole e medie imprese sull’intero territorio sia stato il “capitale umano” che oggi si è perso. Si avverte l’urgenza di ricreare questo valore misurabile. Tanto più il capitale umano di un’azienda è valido, tanto più un’impresa si arricchisce e mostra una spinta maggiore alla crescita. Molto spesso però, la struttura stessa delle imprese e i suoi limiti finanziari ne vincolano l’innovazione, la crescita, e pertanto, anche l’investimento nel capitale umano. Come noto le imprese sono tenute a versare lo 0,30% al fondo interprofessionale per la formazione continua. Si potrebbe richiedere, con la collaborazione del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, attraverso modifiche legislative, se necessario, dedicando specifici percorsi formativi alle imprese. I piani formativi, a nostro avviso, andrebbero impostati seguendo il criterio del “buon padre di famiglia”. Ad avviso di Unimpresa, la crescita dimensionale è direttamente collegata al buon risultato in ambito finanza e formazione. La tendenza delle imprese a crescere è nella propria natura. Come diceva Max Weber, la semplificazione burocratica è uno strumento fondamentale di governo non andrebbe demonizzato perché esso è necessario, ma va certamente aggiornato al passo con i tempi moderni. Il tavolo di lavoro dovrebbe occuparsi di tutte le possibili soluzioni, anche e soprattutto con l’ausilio dell’intelligenza artificiale – AI, anche se lo stesso termine non è propriamente corretto – di sburocratizzare, eliminare duplicati, proporre, insieme ad Abi, quali documenti sono realmente necessari per le banche e come proporre di ridurle al fine di facilitare l’accesso delle imprese agli incentivi. Le imprese che vogliono avere un impatto positivo sul pianeta, garantendo al contempo stabilità finanziaria a lungo termine, hanno bisogno della giusta combinazione di partnership strategiche e tecnologia basata sull’AI per realizzare i propri obiettivi di sostenibilità aziendale come monitorare, tracciare e rendicontare la propria impronta di carbonio. Ma da sole le imprese non sono in grado, se non in alcuni casi, ad affrontare tale tema nel suo complesso. Le società di consulenza individuate per il settore degli incentivi dovranno o potranno occuparsi di tale materia nei modi e termini definiti dal tavolo di lavoro. L’importanza della partecipazione delle imprese negli appalti pubblici-privati ha bisogno di una buona dose di preparazione. Anche in questo caso potrebbe essere utile creare un apposito elenco di società di consulenza, molte delle quali già operanti con proprie piattaforme, e che potrebbero essere invitate a partecipare e assistere le imprese che ne fanno richiesta adoperando gli stessi princìpi esposti.
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