X

Fisco: D’Angelo (Unimpresa), d’accordo con Patuelli su taglio cuneo

Antonio Patuelli, presidente dell’Abi

«Sono d’accordo al 100% con il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli: per rilanciare l’economia e portare il Paese in un percorso di crescita rapida è indispensabile il taglio del cuneo fiscale, con le riduzioni che devono riguardare sia le imprese sia i lavoratori». Lo dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Andrea D’Angelo, commentando l’intervista rilasciata oggi dal presidente dell’Abi Antonio Patuelli al Corriere della sera. «Come abbiamo osservato giovedì nell’incontro a Palazzo Chigi tra governo e parti sociali, siamo in una situazione pericolosa: con la lite nella maggioranza, che in questi giorni sta toccando l’acme, andiamo incontro a una manovra sui conti pubblici al buio. La legge di bilancio va presentata in autunno, ma è questo il momento delle scelte politiche e della definizione dell’impianto normativo. Il quadro tendenziale della finanza pubblica parla chiaro: per i prossimi tre anni ci aspettano la spesa pubblica che sfonderà il muro dei 900 miliardi di euro, 65 miliardi di in più di tasse e una pressione fiscale effettiva che supererà il 47% del prodotto interno lordo» aggiunge il vicepresidente di Unimpresa.

La pressione fiscale “effettiva” salirà oltre il 47% del pil nel prossimo triennio: rispetto al dato “ufficiale”, che si ferma al 42%, perché non conteggia alcune voci delle entrate per circa 80 miliardi, spuntano 5 punti percentuali in più di tasse pagate dai contribuenti italiani sul loro reddito complessivo: nel 2020, il gettito totale salirà a quasi 860 miliardi e il pil reale si attesterà a 1.823 miliardi. Complessivamente, tra il 2020 e il 2022 ci sarà una stangata tributaria dal 65 miliardi di euro: rispetto al 2019, nei prossimi tre anni il totale delle entrate nelle casse dello Stato passerà da 827 miliardi a 893 miliardi con un incremento che sfiora l’8%. Le imposte indirette – tra le quali l’Iva è la principale – cresceranno di quasi 42 miliardi con un’impennata del 16%. Più gettito per coprire gli sprechi della spesa pubblica che sfonderà il muro dei 900 miliardi di euro nel 2022: a incidere in maniera significativa sull’incremento delle uscite a carico del bilancio statale saranno le pensioni (in crescita di quasi 28 miliardi rispetto al 2019), gli interessi da pagare sulle emissioni di bot e btp (in aumento di quasi 10 miliardi) e gli investimenti pubblici (in salita di oltre 9 miliardi). Rispetto al pil, il totale delle entrate si attesterà al 46,6% nel 2019, al 47,1% nel 2020, al 47,0% nel 2021 e al 46,6% nel 2022; il dato ufficiale della pressione fiscale (calcolata sul totale delle entrate al netto delle “altre entrate correnti” e delle “entrate in conto capitale non tributarie”, pari a quanto asi 80 miliardi), invece, si attesterà al 42,0% nel 2019, al 42,7% nel 2020, al 42,7% nel 2021 e al 42,5% nel 2022.

Related Post