“La rateizzazione delle cartelle esattoriali fino a 10 anni è di fatto ad accesso limitato: il recente provvedimento dell’agenzia delle Entrate, che ha dato attuazione, in ritardo, a una norma del decreto Fare, contiene una lunga serie di paletti che rendono di fatto il percorso troppo restrittivo, sia per le imprese sia per le famiglie. La possibilità di portare il numero di rate da 72 fino a 120, come nelle intenzioni di Governo e Parlamento, viene limitata a una ristretta platea. La misura, pensata dal legislatore come una mano tesa ad aziende e cittadini che fanno i conti con la crisi e con la recessione, è stata forse snaturata nella fase di attuazione”. Lo sostiene il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, a pochi giorni dal via libera dell’operazione spalma-debiti fiscali.
Secondo Longobardi “va valutata la possibilità di introdurre correttivi al provvedimento attuativo, individuando l’area dei possibili destinatari dei benefici fiscali in modo da rendere l’accesso all’allungamento delle rate per il pagamento delle cartelle agli enti della riscossione più in linea con la crisi e più adatto a sostenere la ripresa”. In particolare “sembra troppo restrittiva la previsione secondo cui l’allungamento a 120 rate è concesso solo se l’importo della rata è superiore al 20% del reddito mensile del nucleo familiare ovvero al 10% del valore della produzione” spiega il presidente di Unimpresa.
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