Così il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, che ribadisce all’Esecutivo guidato dal professor Mario Monti “l’urgenza di tagliare, se non eliminare del tutto, l’Irap”.
Secondo Longobardi, una immediata riduzione della pressione fiscale “è possibile grazie a robusti tagli agli sprechi che si annidano nel bilancio dello Stato che ha voci di spesa complessive per circa 800 miliardi di euro. Ci spiace constatare, invece, che il Governo non riesca a trovare il coraggio di agire nelle enormi sacche di denaro sperperato da tutta la pubblica amministrazione”.
Non solo. Per il presidente dell’associazione, “una botta secca all’Irap darebbe pure l’impulso necessario al Paese per rimettere in piedi l’economia e uscire dalla crisi finanziaria internazionale”. La dura presa di posizione di Longobardi si fonda su un’analisi condotta dal Centro Studi Unimpresa che ha evidenziato come l’Irap abbia sin da subito nel 1997 cagionato “effetti distorsivi e particolarmente penalizzanti per le piccole e medie imprese”. Proprio per le pmi, invece, “andrebbe favorita quanto prima la crescita dimensionale”.
Più in generale, per quanto riguarda l’imminente riforma fiscale, Longobardi sottolinea che è “necessario evitare di tassare in misura eccessiva i fattori impegnati nella produzione, spostando il carico tributario dal capitale e dal lavoro (con conseguenti tagli di Ires e Irpef) al patrimonio, ai redditi finanziari, ai consumi”.
a cura del Servizio Ufficio Stampa Ago Press
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