Gli italiani si apprestano a snobbare l’Imu. Una quota rilevante, fino al 40%, dei proprietari di immobili potrebbe decidere di non versare entro lunedì la prima rata dell’imposta. Di questi una parte potrebbe preferire aspettare l’appuntamento di dicembre col saldo finale; e un’altra fetta potrebbe prendere ancora più tempo e pagare entro i prossimi 12 mesi. Solo 3 contribuenti su 5 dovrebbe quindi essere in regola con gli adempimenti dell’imposta comunale sugli immobili. Questa la fotografia scattata da Unimpresa in vista del primo appuntamento con la nuova “tassa sulla casa”. I dati sono il frutto di un sondaggio a campione realizzato attraverso la rete dei centri di assistenza fiscale dell’associazione: 900 Caf, suddivisi fra le 60 sedi provinciali di Unimpresa sparse su tutto il territorio nazionale, che hanno raccolto informazioni sia dalle imprese associate sia da famiglie, lavoratori e pensionati.
Il sondaggio è stato effettuato in questi ultimi giorni e riguarda sia le abitazioni di privati cittadini sia gli immobili aziendali, i locali commerciali e gli uffici. Complessivamente, il 15% dei proprietari potrebbe rimandare tutto a dicembre quando scadrà il termine per saldare il conto con l’intera imposta del 2012. Mentre il 25% degli “intervistati” ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di pagare l’Imu, né la rata di giugno (acconto) né quella di dicembre (saldo), preferendo aspettare il prossimo anno. In tutti e due i casi si può onorare il debito fiscale con interessi non particolarmente gravosi (circa il 6%). La maggioranza degli italiani, comunque, pari al 60% del campione intervistato, ha dichiarato di aver già pagato o di voler pagare entro i termini stabiliti dalla legge.
Chi invece non rispetterà le scadenze dichiara di avere problemi di liquidità e indica l’aumento degli importi rispetto alla vecchia Ici come causa del ritardo o mancato pagamento. Durante i conteggi nei Caf Unimpresa, sono stati rilevati incrementi dell’Imu rispetto all’Ici particolarmente significativi per quanto riguarda i terreni agricoli (+65%). Quanto alle abitazioni, il nervo scoperto è rappresentato dal ritorno delle “prime case” nel recinto dell’imposta municipale. Di qui le reazioni di maggior disappunto registrate fra i contribuenti, peraltro alle prese con gli effetti della crisi finanziaria internazionale che ha già portato il Governo, negli scorsi mesi, ad alzare la pressione sensibilmente fiscale. Particolari critiche, poi, riguardano le “seconde” a abitazioni: con l’Ici era prevista una modulazione delle aliquote sulla base dell’effettivo utilizzo (più alta per gli immobili “liberi” e più contenuta per quelli posti in locazione); l’Imu ha introdotto una equiparazione che non risulta di immediata accettazione fra i contribuenti. I quali lamentano, tra altro, non poche difficoltà nella compilazione dei modelli F24 nei quali bisogna obbligatoriamente indicare doppi codici tributo per la quota di imposta da destinare allo Stato e per quella degli enti locali.
I mancati versamenti potrebbero avere impatti significativi sulle finanze pubbliche statali e locali. Il gettito complessivo è stimato in 21,4 miliardi di euro e il “buco” nei conti, proiettando le percentuali del sondaggio sui mancati versamenti, potrebbe oscillare da un minimo di 2,1 miliardi a 8,5 miliardi. Una situazione che farebbe diventare quasi sicuro l’aumento delle aliquote per il pagamento del saldo di dicembre.
a cura del Servizio Ufficio Stampa Ago Press
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