Nell’uso delle eccezioni tributarie, l’Italia (8% del pil, prima in Europa) è seconda dietro l’Australia (8,2%) e precede gli Stati Uniti d’America (7,6%), la Gran Bretagna (5,9%), la Spagna (3,8%), la Francia (2,2%) e la Germania (0,8%). Il presidente Longobardi: “Giusto riordinare il sistema delle tax expenditure, ma attenzione a non penalizzare pmi e famiglie con redditi bassi”
Valgono oltre 313 miliardi di euro e sono quasi 800, in Italia, le agevolazioni fiscali per imprese e famiglie, una realtà cresciuta sistematicamente negli ultimi 5 anni: nel 2011 si attestavano a 250 miliardi ed erano 720. Una situazione che pone il nostro Paese in cima alla classifica di quelli che in Europa e nel Mondo fanno maggior ricorso, in rapporto al prodotto interno lordo, alle “eccezioni” in campo tributario: l’Italia (8% del pil) è seconda dietro l’Australia (8,2%) e precede gli Stati Uniti d’America (7,6%), la Gran Bretagna (5,9%), la Spagna (3,8%), la Francia (2,2%) e la Germania (0,8%). In Italia, primo Paese europeo nell’utilizzo delle eccezioni fiscali, tra il 2011 e il 2016 si è registrata una variazione in positivo, in termini percentuali, dell’11% per quanto riguarda il numero delle voci che compongono la complessa mappa di sconti tributari, salita di oltre il 23% in termini di valore. E’ quanto emerge da un’analisi del Centro studi di Unimpresa, secondo cui si tratta di una tendenza in netto contrasto con i molteplici progetti di revisione delle cosiddette “tax expenditure” varati a più riprese da quasi tutti i governi negli ultimi anni.
Secondo l’analisi di Unimpresa, basata su dati del ministero dell’Economia, Le agevolazioni fiscali in vigore nel 2016 sono dunque 799 e valgono 313,1 miliardi, 43 in più rispetto alle 756 del 2105 quando l’ammontare si era attestato a 289,5 miliardi; nel 2014 si era registrata una lieve diminuzione degli sconti in termini quantitativi sull’anno precedente (742 contro i 744 del 2013) che tuttavia erano saliti di 8,5 miliardi (da 267 miliardi a 775,5 miliardi). Nel 2012 erano 723 (270,6 miliardi) e nel 2011 720 (253,7 miliardi). In cinque anni, dal 2011 al 2016, la mappa di sconti e agevolazioni fiscali è aumentata di 79 voci (+10,97%) e di 59,4 miliardi (+23,41%).
Quanto al confronto internazionale, l’Italia in cima alla classifica sul peso delle tax expenditure rispetto al pil. Il nostro Paese (8%) è primo in Europa nel Mondo è secondo dietro l’Australia (8,2%) e precede: Stati Uniti d’America (7,6%), Gran Bretagna (5,9%), Spagna (3,8%), Grecia (3%), Austria (2,9%), Danimarca (2,8%), Norvegia (2,6%), Francia (2,2%), Canada (2%), Olanda (1,9%), Germania (0,8%) e Portogallo (0,6%).
“Si parla da anni di interventi di razionalizzazione delle tax expenditure. Riteniamo giusto mettere mano al sistema delle agevolazioni ma solo se la riforma è finalizzata a semplificare il quadro normativo e applicativo. Pertanto, serve attenzione: non bisogna penalizzare pmi e famiglie con redditi bassi” osserva il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
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