“Siamo d’accordo col presidente Sangalli: l’eventuale aumento dell’Iva sarebbe un colpo mortale per la nostra economia e l’allarme rosso, quindi, è più che giustificato”. Lo dichiara il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, commentando le dichiarazioni rilasciate oggi dal presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. “Le clausole di salvaguardia corrono il rischio di rappresentare il colpo di grazia per l’economia italiana: l’incremento delle aliquote avrebbe inevitabili effetti sui prezzi finali di prodotti e servizi, con i consumi destinati a fiaccarsi sensibilmente” aggiunge Ferrara. Se scatteranno le clausole di salvaguardia, l’Iva, con aliquota principale dal 22% al 25%, sarà sempre di più la regina delle tasse italiane. Si passerà dai 140 miliardi di euro previsti per il 2019 agli oltre 164 miliardi del 2020. Il balzello sui consumi salirà quindi dal 27% al 30% del totale del gettito tributario dello Stato.
Secondo calcoli del Centro studi di Unimpresa, nel 2016 gli incassi Iva si erano attestati a quota 124 miliardi e rappresentavano il 25% del gettito fiscale complessivo. Il gettito Iva si potrebbe attestare a 164,1 miliardi nel 2020, qualora il governo non riuscisse a trovare coperture finanziarie sufficienti a sterilizzare le clausole di salvaguardia, con l’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto destinata a salire dall’attuale 22% al 25,2%. Con l’incremento delle aliquote, l’Iva arriverebbe a rappresentare il 30,64% del gettito complessivo del 2020, paria 535,2 miliardi. Una vera e propria impennata rispetto a quest’anno: l’Iva dovrebbe arrivare a 140,1 miliardi pari al 27,62% del gettito totale, pari a 506,8 miliardi. Un dato in linea con quello dello scorso anno, quando il balzello sui consumi si attestò a 140,9 miliardi ed era il 27,97% dei 503,9 miliardi di incassi tributari totali. Nel biennio precedente, invece, l’Iva era a livelli più contenuti: 124,7 miliardi il gettito del 2016 su 495,1 miliardi totali (25,20%); 133,2 miliardi nel 2017 su 501,3 miliardi totali (26,58%).
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