Le prossime mosse fiscali del governo corrono il rischio di penalizzare i fondi pensione, pregiudicando uno strumento fondamentale per tutte le aziende che si apprestano a dare il via a piani di ristrutturazione con esodi di personale. Il decreto legislativo all’esame del consiglio dei ministri di domani, uno dei provvedimenti attuativi della delega fiscale, sembra contenere una norma, relativa alla rendita integrativa anticipata temporanea, che minaccia lo sviluppo della previdenza complementare.
È quanto segnala il Centro studi di Unimpresa dopo aver analizzato la bozza del decreto legislativo che domani è all’ordine del giorno del consiglio dei ministri. Per quanto riguarda, nel dettaglio, la Rita (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata), la misura del governo sembra orientata a eliminare questo strumento, assai sfruttato, finora, da esodati e pensionati sia del settore pubblico sia del settore privato: attraverso l’utilizzo di questo strumento le persone che uscivano dalle aziende, per esodo o pensione anticipata, riuscivano a ottenere un forte abbattimento fiscale sulla liquidazione delle loro posizioni nei fondi pensione.
Se il decreto dovesse essere approvato così come risulta in bozza, di fatto Rita finirebbe con l’essere cancellata perché non ne sarebbe più prevista l’applicazione del favorevole regime tributario. La norma del decreto, infatti, salvo cambiamenti dell’ultim’ora, stabilisce che “dal ° gennaio 2025, la rendita integrativa temporanea anticipata è riconosciuta solo nel caso di cessazione del rapporto di lavoro per cause diverse dal raggiungimento del requisito pensionistico di qualsiasi genere”.
Tale intervento appare capace di compromettere lo sviluppo dei fondi pensione, in vista di attuali e futuri piani di pensionamenti ed esodi, oltre che sulle persone interessate dalle uscite anticipate perché vedrebbero ulteriormente eroso il proprio capitale depositato nei fondi pensione.
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