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FISCO: UNIMPRESA, GIUNGLA DETRAZIONI SUPERA QUOTA 600 VOCI E VALE 53 MILIARDI

Rapporto del Centro studi dell’associazione: la lista delle agevolazioni si è allungata sistematicamente negli ultimi 10 anni (+150%) passando dalle 241 “voci” del 2011 alle 279 del 2015, dalle 511 del 2018 fino alle 602 del 2020; la “fetta” più rilevante è riconducibile agli incentivi per immobili e ristrutturazioni (anche per risparmio energetico) che valgono più di 21 miliardi di euro ovvero quasi il 40% dell’elenco completo, mentre il “bonus Renzi” da 80 euro al mese vale 11,3 miliardi. In totale, il sistema è composto da 256 provvedimenti normativi. Il consigliere nazionale Salustri: «Il governo intende riformare il sistema fiscale e deve farlo soprattutto puntando sulla semplificazione regolamentare e legislativa»

Arrivate oltre quota 600, valgono complessivamente più di 53 miliardi di euro: sono le detrazioni fiscali, una giungla di sconti e agevolazioni varie che si è allargata sistematicamente, passando dalle 241 “voci” del 2011 alle 279 del 2015, dalle 511 del 2018 fino alle 602 del 2020: l’elenco è più che raddoppiato, con una crescita che sfiora il 150%, nell’arco degli ultimi 10 anni. In questo arco temporale, si è formato un sistema poco chiaro e farraginoso, composto di 256 provvedimenti normativi, nel quale la “fetta” più rilevante di sconti fiscali è riconducibile agli incentivi per immobili e ristrutturazioni (anche per risparmio energetico) che valgono più di 21 miliardi di euro ovvero quasi il 40% del totale delle agevolazioni individuabili nell’ordinamento tributario italiano. Sono questi i dati principali di un rapporto del Centro studi di Unimpresa sulle detrazioni fiscali, secondo il quale 11,3 miliardi di euro di agevolazioni (21%), il cosiddetto “bonus Renzi” da 80 euro al mese, corrispondono alle misure necessarie ad assicurare la progressività del prelievo fiscale e altri 10,3 miliardi sono riferibili al welfare (19%). «Questa è la peggior rappresentazione plastica della nostra architettura tributaria: una confusione sistematica e quasi perversa che rende la vita impossibile ai contribuenti, alle imprese, ai lavoratori, ai sostituti d’imposta, agli esperti contabili, ai centri di assistenza fiscale. Nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza messo a punto dal governo un pilastro è rappresentato proprio dalla riforma fiscale che va delineata, a nostro giudizio, con l’obiettivo principale della semplificazione. Occorre partire da una profonda razionalizzazione delle regole e poi immaginare aliquote più basse e, più in generale, un prelievo più equo e in linea con gli standard dei Paesi più competitivi, da una profonda rielaborazione delle norme fiscali, ad oggi troppo complesse e farraginose, e che, a nostro giudizio, generano una tassazione a tratti iniqua tra le varie categorie reddituali. È urgente un’armonizzazione fiscale che sia in linea con gli standard dei Paesi più competitivi» commenta il consigliere nazionale di Unimpresa, Marco Salustri.

Secondo il rapporto del Centro studi di Unimpresa, la lista delle detrazioni fiscali è più che raddoppiata negli ultimi 10 anni: gli sconti e le agevolazioni presenti nell’ordinamento tributario del nostro Paese erano, complessivamente, 241 nel 2011 e sono arrivate a quota 602 “voci” nel 2020, con le modifiche introdotte con l’ultima legge di bilancio. La crescita è stata sistematica: nel 2012 le “voci” erano 251, nel 2013 erano 256, nel 2014 erano 267, nel 2015 erano 279, nel 2016 erano 442, nel 2017 erano 478, nel 2018 erano 511 e nel 2019 erano 533. Per quanto riguarda l’ammontare delle 11 categorie in cui sono raggruppate le 602 “voci”, gli incentivi per immobili e ristrutturazione (compresa la riqualificazione energetica) valgono 21,1 miliardi (il 39,74% del totale), le detrazioni finalizzate ad assicurare la progressività del prelievo fiscale (il cosiddetto “bonus Renzi” da 80 euro al mese) pesano 11,3 miliardi (21,39%), le agevolazioni destinate al welfare (area in cui rientrano, tra le altre, le detrazioni per le spese sanitarie, l’istruzione e le attività sportive dei figli) valgono 10,3 miliardi (19,50%), gli incentivi per la ricerca e lo sviluppo 3,1 miliardi (5,77%), gli incentivi per favorire  il risparmio e gli investimenti finanziari 2,6 miliardi (4,99%), gli incentivi per le piccole e medie imprese 1,4 miliardi (2,72%), i sussidi 1 miliardo (1,88%), gli incentivi per il lavoro 684 milioni (1,28%), le detrazioni finalizzate a garantire concorrenza fiscale tra le persone fisiche (comprese le misure per favorire il rimpatrio dei ricercatori dall’estero) 672 milioni (1,26%), le misure per i settori dell’arte, dello spettacolo e dello sport 612 milioni (1,15%), gli incentivi dedicati al Terzo settore 165 milioni (0,31%).

Un sistema decisamente poco chiaro e farraginoso, composto in totale da ben 256 provvedimenti che si sono stratificati nel tempo, rendendo spesso difficile l’applicazione e l’interpretazione dell’intero impianto regolatorio: nel dettaglio, si tratta di 66 testi normativi riguardano le agevolazioni per i sussidi, di  58 testi per le detrazioni relative al welfare, di 42 provvedimenti per gli incentivi per immobili e ristrutturazione (compresa la riqualificazione energetica), di 21 decreti e circolari per le detrazioni finalizzate ad assicurare la progressività del prelievo fiscale, di 16 testi con le misure per i settori dell’arte, dello spettacolo e dello sport, di 16provvedimenti per gli incentivi dedicati il Terzo settore, di 12 testi per le detrazioni finalizzate a garantire concorrenza fiscale tra le persone fisiche, di 11 leggi e decreti per gli incentivi destinati alla ricerca e allo sviluppo, di 9 testi relativi agli incentivi per favorire  il risparmio e gli investimenti finanziari, di 3 testi relativi agli incentivi per il lavoro, di provvedimenti per gli incentivi destinati alle pmi.

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