“Il richiamo del presidente Draghi sull’evasione fiscale che in Italia ha toccato livelli record e per la quale ci sono ampi margini per contrastarla è più che corretto: è giusto sottolineare che la lotta ai furbetti delle tasse deve compiere ancora passi in avanti significativi”. Lo dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci, commentando le dichiarazioni del presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, secondo il quale “le autorità nazionali hanno ampi margini per trovare e combattere l’evasione fiscale e anche le istituzioni europee sono attive su questo punto”.
Ne nostro Paese resta da affrontare anche il problema del recupero delle somme evase. Negli ultimi 10 anni l’attività di riscossione tributaria ha portato nelle casse dello Stato quasi 120 miliardi di euro, ma lo stock di arretrati delle “esattorie” fiscali ammonta a 730 miliardi. Sul totale di 850 miliardi, dunque, è stato recuperato solo il 14%. Del totale di incassi da riscossione, 85 miliardi sono il frutto di attività ordinaria, mentre 35 miliardi sono legati a misure una tantum approvate dai vari governi. Il “record” di gettito dariscossione è stato raggiunto nel 2016 con 19 miliardi: di questi, però, 8 miliardi sono derivanti da interventi occasionali e, nel dettaglio, 4 miliardi dalla regolarizzazione dei capitali illegalmente detenuti all’estero. Al netto della voluntary disclosure e di altri interventi non strutturali, l’incasso si è attestato a quota 11 miliardi, in linea con il trend degli anni precedenti. Secondo una analisi del Centro studi di Unimpresa sulla riscossione delle tasse dal 2007 al 2016, nel magazzino delle esattorie risultano iscritti molti crediti inesigibili (da contribuenti deceduti a poste inesistenti) ed erroneamente non cancellati.
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