“Tra meno di una settimana, il 31 luglio, scade il termine per versare le prime rate della cosiddetta rottamazione delle cartelle esattoriali. Lo Stato si appresta a incassare già quest’anno circa 5 miliardi di euro sui 7,2 miliardi complessivi di gettito stimati per l’intera operazione. Tuttavia, accanto alla definizione agevolata dei ruoli di Equitalia, che di fatto si limita a cancellare interessi e sanzioni talora arrivati ben oltre la soglia di usura, sarebbe stato auspicabile il varo di una articolata riforma fiscale volta a ridisegnare, su basi più eque, l’intera architettura del rapporto tra l’amministrazione finanziaria e i contribuenti”. E’ quando dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci. Secondo il vicepresidente dell’associazione “dopo tante promesse, il governo di Paolo Gentiloni, fugge col bottino della rottamazione senza aver migliorato la riscossione. Equitalia è stata soltanto spostata: era una spa di proprietà dell’agenzia delle Entrate ed è diventata una diramazione della stessa agenzia, ma il meccanismo complessivo non cambia di una virgola” aggiunge Pucci.
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