“La lotta al contante allo studio del governo è in realtà una nuova tassa patrimoniale nascosta, potenzialmente capace di colpire 1.402 miliardi di euro depositati dalle famiglie e dalle imprese italiane sui conti correnti. Tra i nuovi controlli antiriciclaggio introdotti la scorsa settimane sui movimenti di denaro in banca e il nuovo balzello sull’uso del denaro contante, è evidente che si va creando un vero e proprio Stato di polizia fiscale”. Lo dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora.
“Come abbiamo più volte sottolineato, il peso delle tasse sui contribuenti italiani dovrebbe calare drasticamente e, a parole, chiunque è al governo sembra voler perseguire questo obiettivo. Peccato che gli atti formali, ovvero leggi, decreti e circolari ministeriali, vadano tutti nella direzione opposta. Il sistema tributario italiano andrebbe snellito, soprattutto negli adempimenti burocratici, e contemporaneamente andrebbe avviato un percorso serio e credibile volto ad abbattere il carico fiscale” aggiunge Spadafora.
Secondo i dati del Centro studi di Unimpresa, la tassa sul contante è potenzialmente capace di aggredire l’ammontare complessivo depositato sui conti correnti bancari. In totale, si tratta di 1.402,1 miliardi di euro: 289,5 miliardi sono delle imprese, 1.018,1 miliardi sono delle famiglie, 65,1 miliardi delle aziende familiari, 29,3 miliardi delle onlus.
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