“Ascoltiamo e leggiamo dichiarazioni del governo che sostiene di voler ridurre il prelievo tributario a carico di famiglie e imprese. Per ora, gli atti ufficiali indicano la direzione opposta. E non è l’unico problema, perché al di là del fisco, la ripresa dell’economia italiana è davvero troppo lenta. Lo stesso Def ne prende atto. Nei prossimi cinque anni, la crescita economia, stando alle previsioni del governo, sarà davvero timida: il pil non farà scatti in avanti significativi ed è infatti dato in aumento dello 0,9% nel 2015, dell’1,6% nel 2016, dell’1,6% nel 2017, dell’1,5% nel 2018 e dell’1,3% nel 2019” osserva il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
Secondo l’analisi dell’associazione, nel 2015 le entrate tributarie e previdenziali saliranno a quota 788,6 miliardi dai 777,2 miliardi del 2014; nel 2016 cresceranno ancora a 817,3 miliardi e poi a 843,2 miliardi nel 2017; nel 2018 e nel 2019 arriveranno rispettivamente a 866,6 miliardi e a 884,7 miliardi. Complessivamente, nel quinquennio si registrerà un incremento di 107,5 miliardi (+13,84%). Aumenteranno sia le entrate tributarie sia quelle derivante dai cosiddetti contributi sociali (previdenza e assistenza). Per quanto riguarda le entrate tributarie l’aumento interesserà sia le imposte dirette (come quelle sui redditi di persone e società, a esempio Irpef e Ires) sia le imposte indirette (tra cui l’Iva): le imposte dirette cresceranno in totale di 35,2 miliardi (+14,84%) mentre le indirette subiranno un incremento di 46,5 miliardi (+18,86%). Il sostanziale giro di vite su Irpef, Ires e Iva sarà pari a 81,8 miliardi (+16,89%). I versamenti relativi alla previdenza e all’assistenza cresceranno dal 2015 al 2019 di 23,3 miliardi (+10,78%). L’incremento delle entrate tributarie e di quelle contributive farà inevitabilmente salire la pressione fiscale.
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