“Il rinvio, peraltro di soli tre mesi, dell’aumento Iva dal 21 al 22% è l’ennesimo errore tattico sul terreno fiscale: questa misura genera confusione e lede il principio di certezza del diritto particolarmente delicato quando si tratta di norme tributarie. A ottobre torneranno al pettine tutte le questioni che il Governo di Enrico Letta, incapace di prendere decisioni di ampio respiro, sono state rimandate tanti dossier caldi in materia tributaria come l’Imu, e si rischia l’ingorgo. Le imprese e le famiglie italiane hanno bisogno di risposte di altro tipo che diano rassicurazioni e fiducia. La crisi e la recessione si combattono con interventi seri e non con pannicelli caldi. Per evitare in maniera strutturale l’innalzamento dell’aliquota Iva è necessario trovare una copertura da 4 miliardi di euro l’anno. Si tratta di risorse che si possono recuperare tra le pieghe del bilancio pubblico: una montagna da circa 800 miliardi in cui gli sprechi da tagliare non mancano. Serve coraggio e buona volontà, diciamo basta agli decreti tampone”. Così il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, sulla questione Iva, dopo il rinvio deciso ieri dal consiglio dei ministri.
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