«Programmare eventi di formazione che consentano alle donne di acquisire consapevolezza nelle proprie abilità e capacità e farsi parte proattiva presso le istituzioni per promuovere tutti gli opportuni sostegni, strumenti e supporti economici che possano agevolare la vita di noi donne». È la ricetta avanzata dai consiglieri nazionali di Unimpresa, Laura Angelisanti e Stefania Toti, nel corso del convegno “La Svizzera delle donne” organizzato dall’Ambasciata Svizzera in Italia e dall’Istituto Svizzero. «Unimpresa ha fatto già tesoro delle istanze relative al ruolo delle donne, non a caso i ruoli di presidente e direttore generale sono proprio ricoperti da donne e, allo stesso tempo, l’associazione ha cercato sempre di incentivare e supportare, la possibilità delle donne di svolgere al meglio il loro lavoro» hanno detto Angelisanti e Toti. Al convegno hanno partecipato importanti e apprezzati relatori che con i loro interventi hanno cercato di rompere il tanto discusso “soffitto di cristallo” che impedisce alle donne di poter raggiungere, in maniera egualitaria agli uomini, i vertici apicali sia all’interno delle società che delle istituzioni. Un problema che riguarda l’Italia ed è molto sentito anche in Svizzera, viste le norme ancora più stringenti che regolano la vita economica e sociale degli elvetici.
Fondamentali sono state le esperienze riportate da ciascun relatore, in particolare dalla ex senatrice Mariapia Garavaglia che, nel corso degli anni, si è trovata sia a guidare team di uomini che a sua volta ad essere sottoposta alla direzione di uomini, ma che ha tenuto a precisare ed evidenziare la discrasia sussistente tra il numero di donne che frequentano l’università e che si laureano e quelle che poi effettivamente riescono a ricoprire i ruoli che effettivamente gli si addicono per le competenze maturate. È quindi emersa la circostanza che tale carenza sia dovuta al fatto che la maggior parte dei bandi e delle selezioni sono pensati da uomini, per cui le donne incontrano maggiori difficoltà a raggiungere punteggi superiori a quelli degli uomini. Molto interessante e di grande spunto è stato anche l’intervento del presidente Divisione calcio femminile della Figc, Ludovica Mantovani, uno sport che appare per definizione di esclusivo appannaggio degli uomini: il suo racconto è stato utile per evidenziare come in realtà le donne abbiamo le stesse capacità degli uomini e la loro caparbietà è tale che possono arrivare anche a sfondare quel famoso “tetto di cristallo”. «La squadra femminile di calcio ci è riuscita, sicuramente grazie ad una visione “aperta” della sua presidente, acquisita dopo essere vissuta per molti anni a Ginevra, che le ha consentito di non vedere i limiti e i paletti che ogni giorno ci vengono posti in quanto donne, ma di basarsi esclusivamente sulla consapevolezza che lavorando duro e credendo nei propri ideali, si può raggiungere qualsiasi obiettivo, anche come donne» hanno osservato i consiglieri nazionali di Unimpresa.
Durante il dibattito è emerso che la mancanza di infrastrutture di aiuto al genere femminile (presenza di asili nido nei luoghi di lavoro, orario flessibile, parità salariale) rappresenti un limite, tenuto conto, che le donne, oltre al lavoro, nella maggior parte dei casi, devono prendersi cura della famiglia. «Al di là di qualsiasi pregiudizio e limitazione, dobbiamo essere noi stesse le prime a credere nelle nostre capacità, a essere abili a farle emergere e a perseguire con ostinazione gli obiettivi che ci siamo prefissati, in quanto solo così ci sarà riconosciuto il posto che ci spetta» hanno osservato Angelisanti e Toti.
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