Vale circa 2,2 miliardi di euro l’anno il “giro d’affari” delle scommesse tra privati, una cifra cresciuta soprattutto durante la pandemia, che si affianca ai 110,5 miliardi dell’intero settore dei giochi. Si chiama “betting exchange” e si tratta di un fenomeno che sta dilagando in tutte le aree del nostro Paese ed è pericoloso in quanto sfugge a qualsiasi forma di controllo da parte delle istituzioni. È quanto denuncia Unimpresa, secondo la quale il business dei giochi e delle scommesse ammonta complessivamente a 112,5 miliardi e provoca rilevanti danni alla ripresa economica, con consequenziali gravi penalizzazioni alle imprese. «Mi vedo costretto a denunciare all’opinione pubblica, tre fatti gravissimi. Lo sconcertante incentivo al riciclaggio e alle operazioni malavitose che viene offerto dall’apertura schermata dalla legalità di questo canale di scommesse tra privati. Il ritorno, nella stessa compagine governativa che si appresta a gestire il Pnrr, della pressione per il rilancio invasivo del gioco d’azzardo, in particolare delle scommesse, mettendo in mora il divieto di pubblicità, vigente dal 2019. Il pessimo esempio, dato dai sottosegretari del Governo Draghi, onorevole Federico Ferri e dottoressa Valentina Vezzali, che hanno dichiarato sia di voler contenere le scelte di Comuni e Regioni, impegnati a regolare il rischio di gioco d’azzardo, sia di voler far revocare i divieti di pubblicità e di sponsorizzazione. Un’autentica follia!» commenta il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro. «Tutto questo mira al rilancio di attività rischiosissime, che per di più vengono a pesare sull’Italia, così provata da 20 mesi di restrizioni, necessarie a fronteggiare la pandemia. Tali pratiche, inoltre, sarebbero consumate in spregio ai deliberati del parlamento e alle indicazioni dell’Antimafia» aggiunge Lauro, secondo cui «il gioco d’azzardo in Italia è un grave dirottamento di domanda di beni di servizi da parte dei consumatori. Domanda che è urgente rilanciare, invece, per sostenere la ripresa produttiva, che senza l’apporto del mercato interno delle famiglie non potrà mai avvenire. Di questi temi mi sono occupato sia da prefetto della Repubblica, quando ho ricoperto l’incarico di Commissario straordinario del governo per le iniziative antiracket e antiusura, sia da senatore e componente, nella sedicesima legislatura, della Commissione Antimafia, che portò all’approvazione al Senato, nella seduta del 5 ottobre 2011, di una relazione specifica e severa sulla questione del gioco: approvata all’unanimità e che impegnava il governo a ridurre drasticamente i pericoli del gioco d’azzardo sia legale, sia illegale. Di fronte all’omertoso silenzio dei partiti e degli organi di stampa, chiedo al premier Draghi, ai ministri Franco e Lamorgese, nonché alla commissione Antimafia, di intervenire immediatamente, per non diventare complici di questo scandalo, un massacro della legalitá».
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