di Marco Massarenti, presidente di Unimpresa Sport e Tempo Libero
Barriera vuol dire sbarramento per segnare un confine o chiudere un passaggio; vuol dire ostacolare, impedire, ostruire, bloccare. Al contrario, la parola “INclusione” indica l’atto di includere e accogliere un elemento all’interno di un gruppo che al contempo assume il significato di INserire, INtrodurre, INstaurare, INsieme, INcontro… tante volte IN cioè dentro che è la parola chiave dello spirito Inclusivo. L’INclusione è accessibilità e costruzione di progetti che nascono per tutti, è formazione, partecipazione, eguaglianza di opportunità, rispetto, dignità, valorizzazione.
Tutti siamo dentro ad una realtà fatta di diversità; ognuno con le proprie caratteristiche fisiche e comportamentali, ognuno con i propri pregi e difetti, ognuno di noi un essere unico ed inimitabile. Perciò chi è il diverso? Tutti o nessuno? E’ questo che deve farci riflettere sull’importanza di fare INclusione sociale che ha come fine ultimo quello di eliminare le forme discriminative all’interno della società e coltivare un senso di appartenenza alla società. In questo modo tutte le persone possono avere le stesse possibilità e opportunità di realizzarsi e quelle soggette a una situazione di emarginazione possono migliorare le loro condizioni di vita e sviluppare le loro potenzialità all’interno di un contesto comune.
Nel nostro paese al momento la strada da percorrere verso l’inclusione delle persone considerate marginali è ancora lunga; ancora oggi, una persona con disabilità si schianta contro la barriera del pregiudizio soprattutto nel mondo lavorativo dove il tasso di occupazione medio delle persone con disabilità è del 30% rispetto al 50% UE. Le famiglie italiane nelle quali vive almeno una persona affetta da limitazioni sono 2 milioni e 300 mila circa.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della presentazione del primo rapporto Istat sulla disabilità ha dichiarato che le persone non abili rappresentano un giacimento di qualità, energie e risorse di cui il Paese spesso si priva perché non li mette nelle condizioni di esprimerle.
Il Papa definisce una cultura che considera alcune vite di serie A e altre di serie B un peccato sociale.
L’INclusione può essere espressa in vari ambiti: politico, sociale, culturale, sportivo, artistico, didattico, lavorativo ecc. e sono tanti i modi con cui la si può fare. Ad esempio la moda lo fa attraverso l’inclusive make up e l’adaptive fashion cioè attraverso la creazione di trucchi e capi che si differenziano da quelli normali per via di alcuni dettagli e si adattano alle diverse esigenze delle persone che hanno una disabilità migliorandone soprattutto l’aspetto psicologico; La politica lo fa attraverso l’abbattimento delle barriere architettoniche; l’arte attraverso la musica, la danza e la recitazione; l’associazionismo lo fa attraverso la realizzazione di eventi.
Un’altro strumento che favorire molto l’integrazione è sicuramente lo sport e quando lo sport fa INclusione è sempre un successo.
Secondo il rapporto ISTAT «Conoscere il mondo della disabilità» del 2019, lo sport può avere un effetto riabilitativo sulla salute ed è senza dubbio un’importante opportunità di socializzazione e inclusione e per questo è importante fare educazione inclusiva sin da bambini. Educare i giovani al valore della diversità vuol dire evitare la stigmatizzazione, renderli consapevoli del fatto che tutti sono cittadini di una comunità e in quanto tali tutti hanno gli stessi diritti.
Grazie ai suoi valori, lo sport svolge un ruolo decisivo nei processi di integrazione e contribuisce a diffondere la cultura della convivenza tra persone diverse. In Italia esistono realtà che mettono in atto progetti di innovazione sociale per superare anche le difficoltà di aggregazione di persone che presentano disabilità fisiche o vivono in contesti difficili.
Uno dei principali obiettivi dell’INclusione sportiva è quello di far si che gli individui vivano in un gruppo affinché possano sentirsi parte di un determinato contesto sociale. Lo sport è di tutti e per tutti; lo sport inclusivo avvicina, aggrega, abbatte barriere mentali, culturali, fisiche e generazionali; lo sport permette di andare oltre perché sviluppa fiducia e aiuta a superare i propri limiti.
L’INclusione sportiva è la sperimentazione di sensazioni ed emozioni; è terapia, un’arma potente che restituisce alle persone disabili umanità e senso di appartenenza alla società, aumentandone l’autostima, è scuola di vita.
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