«Si auspicava che l’appello, nell’ora del pericolo, del Capo dello Stato, alla responsabilità e all’unità di intenti, potesse far rinsavire i maggiori partiti, sotto la guida di Mario Draghi. Purtroppo, la lotta fratricida, all’interno degli stessi, per i posti di governo e di sottogoverno, ha dimostrato quanta illusoria fosse una tale aspettativa. Un Pd, vittima degli errori di una gestione, confusa e altalenante, alla ricerca di una prospettiva nebulosa che non potrà ridursi, pena l’autodistruzione, ad una alleanza della sopravvivenza reciproca, con il M5s. Quest’ultimo, in preda a continue convulsioni e disgregazioni, connesse all’anomalia delle sue origini e alla mancanza di radici ideali, con l’unica via di fuga di affidarsi ad un “dittatore” qualsivoglia, pur di galleggiare fino alla fine della legislatura. Una Lega, anch’essa spaccata, nel profondo, tra un’ala minoritaria che aspira al superamento definitivo dell’antieuropeismo e del populismo raccattavoti, e un leader che continua a giocare sull’ambivalenza, sforzandosi, inutilmente, di mettere il suo imprinting sulle decisioni governative».
Lo dichiara il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro. «Questo è lo scenario politico, allarmante, alla vigilia della terza, ancor più virulenta, ondata epidemica, con la prospettiva di un nuovo lockdown nazionale, magari necessario, ma che finirà di massacrare interi comparti produttivi, come il turismo, e il mondo delle micro, piccole e medie imprese. Resta in piedi, sicurezza dei vaccini permettendo, soltanto la speranza di una campagna di prevenzione generale, rapida e risolutiva, affidata ai tecnici, che restituisca alle famiglie e alle imprese un’estrema opportunità di fuoriuscita da un incubo e di ripresa, psicologica ed economica. Nessun partito di governo, comunque, potrà vantare, se ce ne saranno, alcun merito o mettere cappello sui risultati. Provvederanno, poi, finalmente, le elezioni politiche a sanzionare questo ceto politico irresponsabile e a rinnovare radicalmente la classe dirigente nazionale. Non potrà mancare, in ogni caso, nella futura legislatura, il lavoro di commissioni di inchiesta, del tribunale dei ministri e di tribunali ordinari, per far luce sulle responsabilità morali, civili, penali e contabili, di questo disastro» aggiunge Lauro.
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