“Anche se la campagna vaccinale comincia a dare i primi risultati – e sarebbe stato veramente catastrofico, se non fosse stato così! – il mondo produttivo e del lavoro guarda attonito alla ininterrotta anarchia istituzionale, che va avanti dal 2020 ad oggi, tra Stato e Regioni, tra governo centrale e presidenti delle regioni, i cosiddetti governatori, diventati ormai dei veri autocrati locali. La precedenza assoluta agli anziani e ai fragili avrebbe dovuto essere la priorità assoluta del piano vaccinale nazionale, imposto dal centro, senza eccezione alcuna, per azzerare da subito il numero dei decessi e delle terapie intensive. Purtroppo il vulnus originario dello squilibrio tra debolezza dell’esecutivo e investitura elettorale diretta dei presidenti delle regioni, continua a generare disastri, specialmente in tempi drammatici di emergenza pandemica, che avrebbero imposto un ferreo coordinamento. E sarà necessario porvi un indifferibile rimedio, di ordine costituzionale, nella prossima legislatura”.
Lo dichiara il segretario generale di Unimpresa. “Altra fonte di preoccupazione, per il futuro destino delle riforme essenziali per il Recovery Plan e per la ripresa economica, anche delle PMI, continua ad essere la eroicomica confrontation quotidiana, tra la Lega e il PD, con i fatui fuochi di artificio, tra Salvini e Letta, a futura memoria elettorale, che minano la solidità della maggioranza e stressano il premier. Peraltro destinati ad accentuarsi quando Draghi dovrà mettere le carte in tavola sulle proposte di legge delega, in materia di semplificazione, di giustizia e di fisco. Più che una maggioranza di unità nazionale, l’attuale appare una barca alla deriva, con i naviganti in perenne conflitto tra loro” aggiunge il segretario generale di Unimpresa.
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