“Ora che i partiti politici, ridotti a pallide comparse hanno trovato la loro sopravvivenza e rifugio, di fronte al diluvio universale dei loro reiterati fallimenti, sull’arca di Noè di Mario Draghi, dovranno evitare accuratamente di ostacolare la navigazione del nuovo esecutivo, che non sarà affatto facile di fronte ai marosi sanitari, economici e sociali da affrontare. In caso diverso l’operazione Draghi fallirà e l’appello al popolo sovrano sarà non più rinviabile”. Lo dichiara il segretario generale di Unimpresa, Raffaele
Lauro. “Una segnale di rilievo per le pmi risulta la ricostituzione del ministero del turismo, con portafoglio, i cui poteri di coordinamento, comunque, rispetto alle regioni, andranno rafforzati, nella prospettiva di un rilancio postpandemico del settore, onde evitare la dispersione delle risorse e le discrasie a livello territoriale, registrate in passato” aggiunge il segretario generale di Unimpresa.
Secondo Unimpresa, questo non é il governo che ci si aspettava, ma forse l’unico governo possibile, che, tuttavia, dovrà correre e operare, in fretta e bene, altrimenti meglio le urne. Il giudizio definitivo di Unimpresa sul governo Draghi potrà essere formulato dopo il completamento della squadra e l’enunciazione in Parlamento del programma di emergenza. Si evidenzia, tuttavia, da subito, una doppia lettura. Per quanto riguarda la componente politica, in deludente continuità con il precedente esecutivo, si registra un compromesso realistico tra le diverse rappresentanze partitiche, vecchie e nuove, distribuite con lo sminamento delle aree di conflitto, sul quale avrà pesato, di certo, il consiglio del presidente Mattarella. Per quanto la rappresentanza tecnico-istituzionale e manageriale, collocata in ambiti strategici, si coglie la discontinuità con il passato, cioè l’effetto Draghi, con lo sguardo rivolto al cambiamento del modello di sviluppo economico, mediante l’impiego ottimale delle risorse europee per le riforme strutturali, per la formazione, per la modernizzazione digitale e per la sostenibilità. Le personalità-chiave di questa apprezzabile strategia di cambiamento radicale, voluta dal premier, portano i nomi della Lamorgese, della Cartabia, di Franco, di Cingolani, di Giovannini, di Bianchi, della Messa e di Colao.
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