“Nelle comunicazioni, presentate in Senato, per la fiducia, il premier Mario Draghi, nell’illustrare il capitolo sulle riforme, previste dal Next Generation EU, ha affrontato, per primo, il tema della riforma fiscale, nella medesima prospettiva, più volte enunciata da Unimpresa, anche nel convegno organizzato nel settembre scorso in Senato, rimasta del tutto inascoltata dal precedente esecutivo. Il sistema tributario é un meccanismo complesso, le cui parti si legano l’una all’altra, per cui interventi parziali, come in passato, risultano deleteri e avvantaggiano soltanto i gruppi di pressione, con elusione ed evasione fiscale. Serve una riforma fiscale globale, perché, secondo Draghi, essa segna un passaggio decisivo. Indica priorità, dà certezze, offre opportunità, é l’architrave della politica di bilancio”.
Lo dichiara il segretario generale di Unimpresa Raffaele Lauro. “Non è stato un caso il doppio riferimento fatto dal premier alla commissione di esperti in materia fiscale, che ha consentito, nel 2008, in Danimarca, di varare una riforma del fisco, con l’abbassamento della pressione fiscale, nonché alla commissione di esperti, che preparó, agli inizi degli anni Settanta, il superamento della riforma Vanoni del 1951, con l’introduzione dell’IRPEF e del sostituto di imposta per i redditi da lavoro dipendente. Ben venga una commissione di esperti, di chiara fama, nominata senza lottizzazione partitica, che, in tre mesi, consenta al governo di varare un decreto legislativo di riforma complessiva, a partire dall’Irpef, da sottoporre al parlamento. Una riforma che, senza rinunciare alla progressività, semplifichi e razionalizzi l’intero sistema, riducendo il carico fiscale generale, a partire dalle piccole e medie imprese, che attendono di riprendersi dalla bufera pandemica” aggiunge Lauro.
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