Titolo: I costi dell’illegalità e la lotta alla criminalità organizzata
Pagine: 107
Anno: 2011
Editore: Giannini
Prezzo: gratuito per gli associati Unimpresa
Nel solco tracciato dalle numerose iniziative intraprese da Unimpresa, il volume “I costi dell’illegalità e la lotta alla criminalità organizzata” affronta un suggestivo percorso di indagine sui comportamenti illegali perpetuati dalla criminalità organizzata e il loro impatto sul tessuto imprenditoriale.
L’infiltrazione mafiosa nella struttura produttiva è aumentata negli ultimi decenni, almeno nella sua diffusione territoriale. L’incidenza dei poteri criminali sull’economia del territorio è storia antica, ma il fenomeno ha assunto caratteri più marcati con lo sviluppo industriale e con la scoperta – da parte dei poteri criminali – delle opportunità offerte dalla economia legale per aumentare la propria area di influenza nella società.
L’indagine si muove con cifra innovativa: le “Mafie” come “metodo” e “sistema” di controllo violento del territorio, di sviluppo distorto e parassitario dell’economia, di appropriazione politicamente partecipata dei “fondi pubblici”.
All’interno di questa cornice, la ricerca affronta un tema bruciante: i costi direttamente imposti all’economia dei nostri territori dal sistema dell’estorsione, quantificati nel modo più rigoroso possibile, muovendo dai dati obiettivi offerti dalle indagini giudiziarie e dalle rilevazioni di importanti istituzioni (quali la Banca d’Italia, la Corte dei Conti, la Direzione Investigativa Antimafia); e i costi indiretti che i sistemi criminali infliggono all’economia, nella misura in cui distorcono la concorrenza e strozzano la crescita delle imprese.
Dal punto di vista metodologico, la scelta operata è anche quella di privilegiare la rappresentazione territoriale dei fenomeni descritti, regione per regione, in modo da poter meglio apprezzare la progressione e le caratteristiche del diffondersi della piaga dell’illegalità sia localmente sia per tipologie di attività.
Attingendo in maniera selettiva dalle numerose fonti ufficiali disponibili, l’indagine si segnala, altresì, per una descrizione ampia del fenomeno dell’usura e del racket; per la puntuale analisi economica, di contesto e di effetti di pratiche corruttivo-collusive tra malavita e politica; per un attento esame della normativa in materia di usura, riciclaggio, appalti, codice antimafia e delle proposte di riforma della regolamentazione vigente.
Nell’ultima parte del lavoro, lo studio delle relazioni tra impresa, sviluppo economico e territorio, riacquista rilievo centrale nel tentativo arduo di impostare coerenti ed efficaci coordinate di sviluppo e di sostegno, in particolare delle piccole e medie imprese. Il ripristino della legalità diventa allora fattore attrattivo di primo piano. Legalità e sviluppo vanno insieme. Come risorse per la coesione e la competitività dei territori, come capitale sociale delle comunità, come fattore di sviluppo sia economico che sociale.
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