L’accordo votato favorevolmente oggi dal Parlamento Europeo è molto più favorevole al Marocco e a rimetterci saranno principalmente gli agricoltori europei, italiani in particolar modo.
Il nostro paese subirà un’invasione di produzioni agricole, principalmente ortofrutticole, a prezzi molto bassi a causa, principalmente, dei minori costi di manodopera di quel paese. (il salario di un operaio agricolo nordafricano difficilmente supera i 5 euro al giorno) e dei diversi standard di qualità dei prodotti marocchini (a partire dai residui di fitofarmaci).
Come già avevamo segnalato l’export europeo verso il Marocco non migliorerà molto perché per alcune produzioni resterà l’applicazione di dazi.
Se a ciò aggiungiamo che il sistema europeo di controllo e di tutela per le importazioni dal Marocco non è affatto efficace, come dimostrato in un rapporto dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf), il quadro è completo a tutto danno nostro.
Probabilmente l’agricoltura è purtroppo servita, ancora una volta, come merce di scambio per risolvere altre questioni politiche e internazionali.
Emilio Ferrara, segretario generale di Unimpresa Agricoltura
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