«È molto positiva la conferma giunta ieri dal Ministro Urso alla Camera dei Deputati per la conferma – con un decreto legge ai primi di febbraio – per le modalità di funzionamento del Piano rinominato Transizione 5.0. Questa conferma data in sede ufficiale e di cui fin da novembre si avevano alcune indiscrezioni è molto importante per le aziende che investono in innovazione, a tal proposito sarebbe utile che il Mimit desse anche via libera al Decreto direttoriale dell’albo certificatori”, conclude Isa Gatti».
Lo dichiara il consigliere nazionale di Unimpresa, Isa Gatti, delegata al Piano nazionale di ripresa e resilienza, commentando quanto dichiarato ieri dal ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, che, rispondendo a un question time in Parlamento, ha confermato la fine del negoziato con la Commissione su Repower Eu per Transizione 4.0 e che ci sarà un decreto legge ad hoc sulla misura, restituendo certezze al contesto imprenditoriale che attendeva questa misura. «Come noto – spiega Unimpresa – a fine settembre il Piano Transizione 4.0 era giunto quasi alla fine, provocando una forte incertezza nel tessuto produttivo nazionale, la misura, varata nel 2016, ha un costo elevato, ma ha portato notevoli benefici all’economia, facilitando il percorso di ammodernamento del tessuto imprenditoriale. Infatti, come confermato da numerosi studi, il Piano, ormai chiamato Transizione 4.0, è stato in grado di trainare, da un lato, la domanda interna di beni altamente innovativi e ad alto contenuto tecnologico e, dall’altro, ha favorito la rivitalizzazione dell’ecosistema produttivo. A quanto si apprende dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy per la riprogrammazione dei fondi Pnrr sono stati affidati al Mimit 6,3 miliardi di euro destinati proprio al Piano Transizione 5.0.
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