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Imu, il Governo mette il piede sull’acceleratore

Nel dossier con il quale il ministro dell’Economia si presenterà mercoledì prossimo alla riunione della cabina di regia c’è «una pluralità di soluzioni» sulla riforma dell’Imu prima casa che i tecnici del Tesoro stanno mettendo a punto. Le ipotesi al vaglio sono numerose. Sul tavolo c’è l’aumento delle detrazioni che oggi, sommando i 200 euro per la prima casa e i 50 aggiuntivi per ogni figlio, possono arrivare a 400 euro. Durante la campagna elettorale il Pd aveva proposto di portarle a 500 euro, ora si discute se arrivare a 600 euro. Per escludere dall’esenzione dall’Imu le case di lusso non bastano le attuali categorie catastali. Un’altra ipotesi è dunque di considerare anche la superfice o il numero di vani oppure ancora di agganciare la franchigia a un certo numero di metri quadri a persona in modo di premiare il nucleo familiare. Resta sempre in piedi (ma non piace al Pdl) la proposta di collegare l’Imu al nuovo Isee (Indicatore di situazione economica). La più innovativa, e forse radicale, è quella chiesta a Saccomanni dai Comuni: trasformarla in una service tax, pagata da chi abita la casa (proprietario o inquilino) per i servizi resi (illuminazione, asfaltatura, rifiuti,etc). Ma per collegarla alla riforma della Tares serve un altro miliardo.

 

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