Nonostante le recenti sorprese, si prevede che l’inflazione in Italia torni a normalizzarsi su livelli vicini al 2% nel corso del 2025, allineandosi alla media europea. I prezzi dell’energia, ancora in fase di adeguamento, dovrebbero gradualmente contribuire di nuovo in modo positivo all’inflazione complessiva.
È quanto si legge in un report del Centro studi di Unimpresa, secondo il quale In Italia, l’indice dei prezzi al consumo ha registrato numeri inferiori alle previsioni. L’indice armonizzato dell’Unione europea è sceso all’1,4% annuo dall’1,5% di novembre, mentre l’indice nazionale è rimasto stabile all’1,3%. Su base mensile, entrambi gli indicatori hanno segnato un aumento contenuto dello 0,1%. Nell’area euro, invece, l’inflazione nell’area euro è salita al 2,4% rispetto allo stesso mese del 2023.
«Questo scenario non dovrebbe impedire alla Banca centrale europea di proseguire con il taglio dei tassi d’interesse. L’obiettivo è riportare il tasso sui depositi al 2% entro la metà del 2025. Con l’economia dell’Eurozona in rallentamento, però, potrebbe esserci il rischio di ulteriori revisioni al ribasso» commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.
Secondo il Centro studi di Unimpresa, a dicembre, l’inflazione nell’area euro è salita al 2,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (con un aumento mensile dello 0,4%), in linea con le attese degli analisti. Nell’Eurozona, i prezzi sono aumentati soprattutto per effetto dei servizi (+0,8% su base mensile e +4% su base annua).
Anche i costi dell’energia sono tornati a crescere leggermente (+0,6% rispetto al mese precedente), portando il tasso annuale a un modesto +0,1%, dopo il -2% registrato a novembre. I prezzi degli alimentari sono invece scesi di un leggero -0,1% nel mese, rimanendo stabili su base annuale (+2,7%). I beni industriali non energetici hanno mostrato una lieve flessione mensile (-0,1%), con un tasso annuale fermo allo 0,5%, in linea con i mesi precedenti.
L’aumento dell’inflazione nell’ultimo trimestre del 2024 era atteso, soprattutto per via del rimbalzo dei prezzi energetici. Tuttavia, si prevede che questa tendenza sia temporanea. A inizio 2025, l’inflazione dovrebbe moderarsi, con un calo dei prezzi dell’energia. Anche i servizi, pur mantenendo una certa forza, potrebbero rallentare già nel primo trimestre del nuovo anno, grazie alla debole domanda complessiva e alla moderazione nei prezzi segnalata dalle imprese. Tuttavia, in Italia i dati hanno sorpreso al ribasso, con un’inflazione stabile o addirittura in lieve calo.
Guardando ai singoli settori, i prezzi di servizi ricettivi, ristoranti e alimentari hanno subito un calo, mentre sono aumentati i costi legati ai trasporti e al tempo libero. Per quanto riguarda l’energia, in Italia i prezzi continuano a essere in calo su base annuale (-2,9% contro il -5,5% di novembre), sebbene gli energetici regolamentati abbiano mostrato un’accelerazione significativa (+11,9% rispetto al +7,4% del mese precedente). Anche i servizi hanno rallentato, passando da +2,8% a +2,6% annuo, grazie alla riduzione dei prezzi in categorie come il tempo libero e la cura della persona.
Interessante il dato sul cosiddetto “carrello della spesa”, che comprende beni di consumo essenziali: a dicembre, ha segnato un calo mensile dello 0,2%, con una crescita annuale rallentata all’1,9% (dal 2,3% precedente). L’inflazione di fondo, al netto di energia e alimentari freschi, è anch’essa in calo, scendendo all’1,8% sull’indice armonizzato, ben al di sotto della media dell’Eurozona.
- La Repubblica–Unimpresa, Inflazione in Italia: ritorno alla normalità nel 2025 (2%) - 9 Gennaio 2025
- La Stampa – Unimpresa, Inflazione in Italia: ritorno alla normalità nel 2025 (2%) - 9 Gennaio 2025
- Circolare – 09.01.2025 - 9 Gennaio 2025